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no alla mozione individuale del M5s

Dl Banche, la Camera boccia la sfiducia al ministro Boschi: 129 sì contro 373 no

Contrari 373, favorevoli 129: bocciatura scontata, in Aula alla Camera, per la mozione di sfiducia individuale del M5S. Sul banco degli accusati il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, per presunto conflitto di interessi nel caso delle 4 banche a rischio default salvate dal governo con un decreto ad hoc. I numeri hanno confermato la solidità della maggioranza, compatta a favore del ministro, le divisioni della minoranza. Al momento del voto infatti Forza Italia ha preferito uscire dall'Aula per non evidenziare i dissidi interni. Contro gli azzurri Fdi e Lega, che minaccia con Salvini un “ripensamento” della colazione di centrodestra.

Opposizione spaccata: FI non partecipa al voto
Il voto (palese) dell’assemblea è iniziato in tarda mattinata. A favore della sfiducia insieme ai Cinque Stelle hanno votato Sinistra Italia, la Lega, gli ex M5s di Alternativa Libera e gli ex Pd civatiani di Possibile e la Lega. Contro la sfiducia hanno votato Pd, Ap-Bcd e gli altri centristi di maggioranza insieme ai verdiniani di Ala e ai parlamentari di centrodestra Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto. Forza Italia non ha partecipato al voto lasciando l’emiciclo.

Boschi: «Favori alla mia famiglia? Mi dimetterei»
Al termine della discussione generale, lo stesso ministro ha preso la parola in aula: «Non è mia intenzione esprimere valutazioni sulla campagna politica in atto contro la mia famiglia e governo, ma solo i fatti. C'è stata una corsia preferenziale che ha avvantaggiato la mia famiglia? Se la risposta fosse sì, sarei io la prima a voler dare le dimissioni». Tra i banchi del governo c'erano i colleghi ministri Madia, Lorenzin, Alfano, Guidi, Poletti, Galletti, Delrio, Orlando, e pure tanti sottosegretari a cominciare dall'amico Luca Lotti che per primo ha abbracciata e baciato Boschi dopo la sua replica in aula.

Banca Etruria «non è la banca della famiglia Boschi»
«Voglio dire a tutti coloro che hanno firmato la mia richiesta di dimissioni di ascoltare i fatti che esporrò e poi arrendetevi all'evidenza», ha proeguito il ministro, invitando i parlamentari a votare la mozione «senza pregiudizi». «Dire che Banca Etruria é la banca della famiglia Boschi non corrisponde alla realtà dei fatti», così come «non è vero» che i provvedimenti bancari del governo possono aver favorito «me o la mia famiglia». «Come noto, possedevo 1.557 azioni di banca Etruria del valore di 1.500 euro. Dopo il decreto il valore di queste azioni è zero, carta straccia. Mio padre possedeva 7.550 azioni, mia madre circa 2.000, i miei fratelli circa 2.300, e anche queste azioni ora valgono zero. Le nostre azioni di famiglia sono state azzerate come quelle degli altri 60mila azionisti. Né io né i membri della mia famiglia abbiamo comparto o venduto azioni prima o dopo l'emanazione del primo decreto banche popolari di febbraio».

In difesa del padre: «È una persona perbene e ne sono orgogliosa»
Nel passaggio più personale del suo intervento il ministro ha premesso di voler «dire con il cuore: io amo mio padre e non mi vergogno a dirlo». Mio padre, ha proseguito, «è una persona perbene e sono fiera di lui. E sono fiera di essere la prima della famiglia ad essersi laureata». «Se mio padre ha sbagliato deve pagare, perchè nell'Italia che stiamo ricostruendo non c'è spazio per due pesi o due misure, ma a giudcarlo non devono essere i talk show», ha sottolineato Boschi, che ha parlato anche di «denigrazioni, chiacchiericci, bugie e maldicenze» contro la sua famiglia che fanno «parte delle regole del gioco» ma che vanno respinte. «Fare il ministro a 34 anni forse attira invidia, ma invidia e maldicenze non mi fanno paura», ha poi concluso.

Pd schierato a difesa del ministro
Gli schieramenti in campo vedono il Pd abbastanza compatto contro quelli che il deputato Andrea De Maria ha definito in Aula «attacchi faziosi» e strumentali. Dal governo arrivano al ministro espressioni di «vicinanza umana, prima ancora che politica» e un «sostegno convinto per il suo lavoro serio e appassionato» nell’esecutivo. «Con questa mozione di sfiducia non si fa altro che delegittimare il dibattito democratico, riducendolo ad una inaccettabile aggressione alle persone che sostituisce il confronto di idee», ha aggiunto De Maria. Parlando in Transatlantico con i giornalisti, anche il vicesegretario dem Lorenzo Guerini ha lodato la difesa del ministro sul caso banche: «Boschi esce da questa vicenda dimostrando di essere una figura di grande rilievo». Boschi, ha spiegato Guerini, «è stato un gigante di natura politica e morale, non solo ha respinto tutte le insinuazioni strumentali avanzate in questi giorni e dimostrato la correttezza sua e del governo ma io credo che abbia dato anche una lezione politica e morale al Parlamento e a chi ha presentato la mozione».

Pro Boschi anche Scelta Civica e Ap: i 5 Stelle «la prendano ad esempio»
A favore del minsitro anche le posizioni di Scelta Civica Area Popolare, secondo cui la mozione M5S «è infondata nei fatti e frutto di un comportamento politico che respingiamo con la massima fermezza». Parlando in Aula a nome del gruppo Ap la deputata Rosanna Scopelliti ha censurato quello che ha definito «un tentativo di delegittimare il comportamento del ministro a cui va la nostra fiducia e il nostro sostegno. Scelta Civica, per bocca del deputato Gianfranco Librandi, ha preso di mira la mozione di sfiducia, «strumentale e frutto dell'improvvisazione di un partito che non avendo proposte, si limita alla protesta». Il ministro, ha proseguito, «ha dimostrato di essere un bravissimo ministro, competente e appassionato, un'eccellenza della politica italiana. Più che chiederne le dimissioni, i parlamentari del M5S dovrebbero prenderla ad esempio».

Meloni (FdI): governo Renzi vergognoso comitato d’affari
Gli attachi più duri alla posizione del ministro sono arrivati dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e dal deputato della Lega, Guido Guidesi. Per Meloni, il Governo Renzi «ha dimostrato di essere un vergognoso comitato di affari a difesa degli amici, delle banche e delle lobby». «Questo caso - ha aggiunto - è una specie di bignami del renzismo: difesa degli interessi delle banche e di quelli degli amici del governo», mentre dal ministro «non è arrivato nessun chiarimento». «Il decreto banche - ha rincarato la dose Guidesi, parlando dopo Giorgia Meloni - ha provocato un inferno borsistico in cui qualcuno ha guadagnato in qualche giorno dieci milioni di euro. Abbiamo il diritto di sapere chi quel qualcuno sia. Il conflitto di interessi del ministro Boschi, del resto, non va accertato: lo ha certificato lei stessa astenendosi sul decreto».

Di Battista: «Conflitto del ministro grande come una banca»
Il ministro Boschi ha un «conflitto grande, non come una casa, come una banca». Anche Alessandro Di Battista, capogruppo del M5S, ha attaccato con veemenza il ministro delle Riforme: «Un ministro dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto, e lei non lo è al di sopra di ogni sospetto». Tra i bersagli del deputato anche il governo, accusato di «prendere in giro un Paese intero» con «cavilli e balle». Oggi «partiti e banche sono la stessa cosa, e come le banche piazzano titoli tossici anche il Partito Democratico piazza provvedimenti tossici come il Jobs Act», ha aggiunto Di Battista.

L’Esecutivo forte dei numeri, Forza Italia non partecipa al voto
Da Bruxelles, dove si trova per partecipare al Consiglio Ue, il premier Matteo Renzi ostenta sicurezza perché «sui numeri non si gioca», come spiega una fonte di governo, convinta che «non sono in pochi ad avere la consapevolezza che la richiesta di dimissioni» per conflitto di interessi «è campata in aria». Il ministro Boschi può comunque contare su una maggioranza schiacciante che, a quanto viene riferito, andrebbe anche oltre la semplice maggioranza che sostiene il governo. Questo anche per il passo indietro di posizione di Forza Italia che ha deciso di non partecipare al voto, come ha confermato all’assemblea il deputato Roberto Occhiuto. «Il governo Renzi merita tutta la nostra sfiducia - ha spiegato - e voteremo la mozione di sfiducia a Renzi e al governo che abbiamo depositato, ma non parteciperemo al voto sulla mozione di sfiducia al ministro Boschi».

Scotto (SI): misure del governo largamente insufficienti
Oltre al M5S, a votare favorevolmente la mozione di sfiducia al ministro Boschi saranno anche la Lega Nord e Sinistra italiana, il cui capogruppo alla Camera Arturo Scotto ha ricordato poco prima dell’inizio della seduta come da giorni l'opposizione abbia chiesto «chiarimenti al ministro che non sono arrivati», senza dimenticare che «le misure decise dal governo sono largamente insufficienti».

I contenuti della mozione Crippa
La mozione di sfiducia Crippa ed altri n. 1-01082 all'ordine del giorno, su cui l'Assemblea è chiamata ad esprimersi con voto palese ripercorre gli interventi del governo Renzi sul settore bancario, a cominciare dal primo decreto banche popolari del gennaio scorso, seguito da un secondo decreto legge, a novembre, che ha disposto il commissariamento di quattro piccole banche dell'Italia centrale in difficoltà con l'obiettivo di tutelare correntisti e risparmiatori.

Il coinvolgimento di Boschi padre e la difesa di Renzi
Tra le banche coinvolte c'è Banca Etruria, il cui Cda ha visto tra i suoi componenti anche il padre del ministro Boschi, che ha ricoperto anche l'incarico di vicepresidente dell'istituto. Il premier ha ricordato nei giorni scorsi che «il padre del ministro Boschi è stato nominato vicepresidente di Banca Etruria nel 2014 dai soci ed è stato destituito 8 mesi dopo dal governo. Il conflitto di interessi dovrebbe avere un favoritismo, noi abbiamo mandato a casa l'intero cda. Il Cda di Banca Etruria è stato sanzionato da Banca d'Italia e anche il padre della Boschi ha pagato una sanzione. Anche la stessa Boschi era una azionista, con una piccola cifra, e come altri ha visto azzerato il valore».

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