Il ministro Maria Elena Boschi non ha alcun conflitto di interessi sulla vicenda del salvataggio della Banca Etruria. Lo ha sottolineato l'Antitrust, riferiscono fonti qualificate dell'Authority, in una risposta al deputato del movimento cinque stelle Alessandro Di Battista, che aveva sollecitato un pronunciamento sulla vicenda.
Il verdetto dell’Antitrust
«In base alla legge Frattini numero 215 del luglio 2004 sui conflitti di interesse - riferiscono fonti dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato - l'antitrust ha verificato che non sussiste alcuna circostanza in base alla quale il ministro abbia partecipato all'adozione di alcun atto con danno dell'interesse pubblico». L'articolo 3 della legge, infatti, precisa che «sussiste situazione di conflitto di interessi ai sensi della presente legge quando il titolare di cariche di governo partecipa all'adozione di un atto, anche formulando la proposta, o omette un atto dovuto, trovandosi in situazione di incompatibilita' ai sensi dell'articolo 2, comma 1, ovvero quando l'atto o l'omissione ha un'incidenza specifica e preferenziale sul patrimonio del titolare, del coniuge o dei parenti entro il secondo grado, ovvero delle imprese o societa' da essi controllate, secondo quando previsto dall'articolo 7 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, con danno per l'interesse pubblico». L'autorità, invece, ha ricevuto specifiche da parte del governo in base alle quali viene confermato che il ministro non ha partecipato alle riunioni del Cdm di approvazione dei provvedimenti. In particolare la Boschi non era presente il 20 gennaio 2015, l'11 novembre 2015 con il decreto salva-banche e neanche il 16 novembre con il decreto legislativo numero 180. L'assenza della Boschi è stata inoltre confermata anche nelle riunioni del 6 e del 13 novembre.
Il decreto salva-banche ha azzerato i risparmi di chi aveva sottoscritto le obbligazioni subordinate
La ministra era finita nell'occhio del ciclone dopo il salvataggio da parte del Governo delle 4 banche coinvolte nel crack (Cassa di Ferrara, Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti). Tra questi quattro istituti c'è anche Banca Etruria, di cui il padre della Boschi è stato vice-presidente. Il decreto salva-banche ha azzerato i risparmi di coloro che avevano sottoscritto le obbligazioni subordinate. Oltre alla richiesta all’Antitrust era stato proprio Alessandro Di Battista a chiedere in aula alla Camera di sfiduciare la ministra. Richiesta respinta dopo che la ministra aveva rigettato le accuse di conflitto d'interessi.
All’esame della procura di Arezzo le modalità di vendita delle obbligazioni subordinate
Attualmente sono all'esame della Procura di Arezzo le modalità di vendita delle obbligazioni subordinate di Banca Etruria, oggetto di un nuovo filone di indagine. Il procuratore capo Roberto Rossi, titolare di quattro inchieste sulle vicende relative al dissesto finanziario dell'istituto di credito, si starebbe concentrando sull'ipotesi del reato di truffa. Per esaminare i casi dei risparmiatori coinvolti il procuratore Rossi ha disposto la creazione di un pool di quattro magistrati affiancati da investigatori. Intanto la Procura di Arezzo sta continuando a vagliare la documentazione giunta dalla Banca d'Italia relativamente alle ispezioni compiute e che hanno portato al commissariamento dell'istituto di credito nel febbraio scorso di Banca Etruria. In uno dei verbali redatto dagli ispettori di Bankitalia si definisce l'ultimo cda, quello presieduto da Lorenzo Rosi, con Pierluigi Boschi come vice, «inadeguato», fatto di persone che «non sanno di tecnica bancaria».
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