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politica estera

Libia, premier designato: riavviare trattato amicizia con Italia. Renzi: forte sostegno a stabilizzazione

La nuova Libia nata con l'accordo sul governo del 17 dicembre «potrà contare sul deciso sostegno dell'Italia per la stabilizzazione del Paese», che si dice pronto a riavviare il Trattato di amicizia del 2008 e auspica la riapertura delle sedi diplomatiche italiane a Tripoli «al più presto». È la sintesi dell'incontro, durato circa un'ora e mezza, tra Matteo Renzi e il primo ministro libico Fayez al Serraj, presente il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.

Renzi: piena fiducia in capacità autorità libiche
Nel colloquio, il premier italiano ha espresso «piena fiducia nella capacità delle nuove autorità libiche a far fronte alle imminenti sfide a cominciare dalla formazione del governo», e ribadito che «la nuova Libia potrà contare sul deciso sostegno che l'Italia in coordinamento con la comunità internazionale, intende assicurare per la riabilitazione dei servizi essenziali, la creazione di premesse per lo sviluppo economico e per la stabilizzazione del Paese». Il sostegno dell'Italia alla stabilizzazione del Paese mediterraneo ha «particolare riferimento - spiega in una nota Palazzo Chigi diffusa al termine dell'incontro - alla lotta al terrorismo e al traffico di esseri umani». «L’Italia - ha garantito Renzi - è pronta a rispondere con tempestività e nel necessario quadro di legalità internazionale alle eventuali richieste di assistenza che la Libia dovesse rivolgere». All’incontro con il primo ministro libico era presente il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.

Premier Libia, riavvieremo Trattato di amicizia con Italia
«Stiamo lavorando per riavviare il Trattato di amicizia e cooperazione» tra Italia e Libia, firmato il 30 agosto del 2008. Lo afferma un comunicato ai media della delegazione guidata dal primo ministro libico Fayez Al-Serraj. Il Trattato si legge «aiuterà le nostre riforme economiche e il ritorno degli investimenti stranieri». Poi l’aupicio della riapertura delle sedi diplomatiche a Tripoli: «Speriamo che l'ambasciata d'Italia e il consolato torneranno a Tripoli il più presto possibile», così come i voli diretti tra Italia e Libia.

«Apprezziamo il grande contributo dato dall'Italia dopo la rivoluzione e durante il dialogo politico» prosegue la nota. «A partire dalle storiche relazioni tra i due Paesi, cercheremo di incrementare la nostra cooperazione, per sostenere il governo e migliorare gli accordi politici, soprattutto nell'ottica di contrasto al terrorismo, all'immigrazione illegale, al controllo delle frontiere, al crimine organizzato». «Assicurare la stabilità del Paese è l'obiettivo del governo - si sottolinea - essenziale è la sicurezza in tutta l'area. Apprezziamo ogni apporto in termini di consulenze o tecnologico che possa arrivare, su richiesta del governo, nel rispetto della sovranità del nostro Paese», si legge ancora nella nota.

L’intesa del Marocco
L'intesa per la formazione di un governo di unità nazionale è stata firmata dai delegati delle fazioni libiche il 17 dicembre scorso a Skhirat, in Marocco. Alla cerimonia hanno preso parte circa 200 tra parlamentari, esponenti tribali e politici libici oltre ai ministri degli Esteri di Italia, Qatar, Turchia e Tunisia e del paese ospitante, il Marocco. L’intesa è stata successivamente controfirmata dall'inviato dell’Onu in Libia, Martin Kobler, seguito da una decina di altri esponenti politici, tribali e associativi della società libica.
Il governo di unità nazionale dovrà presentare un testo di una nuova Costituzione che entro un anno sarà sottoposto a referendum popolare; la tappa successiva sarà l'organizzazione delle elezioni e la formazione di un nuovo Parlamento e governo. Ma dovra' contemporaneamente disarmare le milizie, traguardo finora risultato impossibile da quando, quattro anni fa, fu defenestrato Moammar Gheddafi.
È del 23 dicembre invece la risoluzione Onu che esorta tutti gli Stati a rispondere positivamente alle richieste di aiuto che verranno nei prossimi mesi dal governo legittimo libico. Il nuovo governo, secondo gli accordi di Skhirat, dovrà essere varato dal Consiglio presidenziale nel mese di gennaio, e indicherà le necessità più urgenti sul piano economico, umanitario e di sicurezza nell'interesse del popolo libico.

Casini: L’Italia è principale riferimento per il futuro del Paese
«Ritengo di grande importanza questa visita, che dimostra come l'Italia sia il principale riferimento per il futuro della Libia. Sul Mediterraneo stiamo finalmente giocando il ruolo che ci compete per spingere l'Europa ad un maggiore impegno» ha detto il presidente della commissione Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini, commentando l'incontro tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il primo ministro libico designato, Fayez Al-Serraj.

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