I dati di Eurostat «dimostrano che l'Italia ha ingranato la ripresa». Lo sottolinea il Mise che ha presentato dati Eurostat e di altre fonti riuniti nel Cruscotto congiunturale, che presenta con periodicità trimestrale l'evoluzione di un ampio set di indicatori statistici dell'economia italiana, con focus specifici alle dinamiche territoriali e al confronto con le principali economie europee. «Il cruscotto congiunturale elaborato dal Mise - sottolinea una nota del ministero - presenta dati relativi alla congiuntura economica italiana provenienti da diverse fonti, in particolare Eurostat, e dimostra chiaramente che l'Italia ha ingranato la ripresa. Dall'ultimo cruscotto emergono infatti una serie di segnali positivi di ripresa dell'economia, con particolare riferimento alla fiducia di famiglie e imprese, ai consumi e all'occupazione». Il Mise sottolinea che la «produzione industriale continua a crescere, così come l'utilizzo della capacità produttiva.
Per l’Italia crisi più lunga e più dura
Il Mise sottolinea ancora che nel confronto internazionale, l'Italia, rispetto ai principali paesi Ue, «sconta una crisi più lunga e più dura che altrove. La ripresa, che nella maggior parte degli Stati membri Ue è partita e si è consolidata dal 2009, in Italia si è manifestata compiutamente solo tra il 2014 e il 2015». Dati più recenti, spiega ancora il Mise, mostrano che «il recupero è finalmente scattato, anche grazie alle misure assunte dal Governo per favorire investimenti e occupazione. L'Italia, per esempio, è l'unico paese ad aver segnato un nuovo massimo nella fiducia dei consumatori, rispetto ai livelli pre crisi, e uno dei pochi a conservare variazioni positive della fiducia anche rispetto agli ultimi mesi. Restano naturalmente problemi di lunga durata - termina il ministero - che il Governo, a partire dalle misure della legge di stabilità, sta finalmente affrontando».
Mercato del lavoro: stenta l’occupazione giovanile
Esaminando il rapporto l'Italia distanzia quasi tutti i partner europei nel clima di fiducia dei consumatori, ma nel mercato del lavoro il nostro Paese torna in difficoltà rispetto agli altri. Nel terzo trimestre, il tasso di disoccupazione è sceso all'11,5%, ma in Germania era al 4,5% e nel Regno Unito al 5,2%. La Spagna segnava ancora un grave 21,6%, tuttavia rispetto ai momenti più bui della crisi Madrid ha recuperato 4,7 punti contro 1,6 punti di Roma. Caso a sé quello della Francia: il tasso di disoccupazione è pari al 10,8%, ma si tratta del dato peggiore degli ultimi 18 anni. Nel confronto con i big a stentare è soprattutto l'occupazione giovanile, che dal minimo registrato durante la crisi ha recuperato 0,9 punti (2,7 in Germania, 4,2 in Gb e 1,9 in Spagna). L'Italia è fanalino di coda nell'occupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni con un tasso del 15,1% contro il 28% della Francia, il 43,8% della Germania, il 48,8% del Regno Unito e il 17,7% della Spagna. Rispetto ai picchi negativi della crisi il recupero è stato di 0,9 punti, contro 1,9 della Spagna, 2,7% della Germani a 4,2 della Gran Bretagna.
Produzione industriale inferiore del 31% ai livelli precrisi
Bene invece il clima di fiducia. In base ai dati contenuti nel “Cruscotto congiunturale” messo a punto dal ministero dello Sviluppo economico, il livello della produzione industriale italiana è ancora di oltre il 31% inferiore rispetto ai massimi precrisi e ha recuperato solo il 3% rispetto ai minimi toccati durante la recessione. La Francia ha recuperato l'8%, la Germania il 27,8%, la Gran Bretagna il 5,4% e la Spagna il 7,5%.
Sul fronte dell’edilizia gli altri big recuperano di più
L’Italia è sofferente nel settore delle costruzioni: a ottobre era 85 punti sotto il massimo precrisi e ha toccato il nuovo minimo assoluto dall'inizio della crisi economica. Secondo Eurostat, tutti gli altri big hanno invece recuperato dai picchi negativi, dal 3,4% della Francia al 32,9% della Spagna.
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