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«Brexit catastrofe per Londra»

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«Brexit catastrofe per Londra»

  • –Nicol Degli Innocenti

LONDRA

Brexit sarebbe una catastrofe per l’economia britannica: uscire dall’Unione Europea significherebbe sacrificare la prosperità e sicurezza futura del Regno Unito, secondo un sondaggio tra esperti. Neanche uno degli oltre cento celebri economisti consultati dal Financial Times ritiene che lasciare la Ue sarebbe una mossa positiva per la la crescita, mentre il 67% pensa che le prospettive del Paese peggiorerebbero sensibilmente.

Il primo sondaggio del 2016, anno in cui con ogni probabilità si terrà il referendum sulla Ue promesso del premier David Cameron, rivela quindi una grande maggioranza di esperti schierata contro l’ipotesi Brexit.

L’opinione pubblica invece è più divisa: l’elettorato resta spaccato a metà sulla questione, con una forte percentuale di indecisi. La vera campagna elettorale per convincere gli incerti non partirà però fino a quando sarà annunciata una data, dopo il summit europeo di febbraio che Cameron ritiene cruciale per raggiungere un accordo sulle riforme che Londra chiede a Bruxelles.

Gran parte degli economisti concorda che il maggiore rischio di un voto a favore dell’uscita dalla Ue sarebbe il lungo periodo di incertezza successivo, che bloccherebbe gli investimenti stranieri e frenerebbe i consumi, danneggiando la crescita economica.

Votare per Brexit sarebbe «auto-infliggersi una profonda ferita», secondo Adam Posen, presidente del Peterson Institute for International Economics. «L’idea che una Londra libera dalla Ue sarà in grado di siglare tanti nuovi accordi commerciali è pura fantasia, così come l’idea che ogni intoppo burocratico verrà abolito facendo volare la crescita britannica», ha detto John van Reenen, direttore del Centre for Economic Performance.

L’impatto sarebbe negativo nell’immediato anche per la sterlina e i mercati finanziari, mentre sul medio termine molte banche e istituzioni internazionali potrebbero scegliere un’altra sede per le loro divisioni europee. L’effetto sarebbe «drammatico», secondo Willem Buiter, chief economist di Citi, e «una profonda recessione e una crisi finanziaria sarebbero inevitabili».

Lo spettro di Brexit è stato anche evocato da Société Générale, che in uno studio diffuso ieri ha avvertito che la decisione di uscire dalla Ue «infliggerebbe seri danni economici» alla Gran Bretagna portando a una riduzione del Pil dello 0,5-1% ogni anno fino almeno al 2026.

Ci sono il 45% di possibilità che il fronte del No vinca il referendum, ha sottolineato Patrick Legland, capo della ricerca globale di SocGen, «eppure i mercati finanziari sembrano non avere ancora prestato attenzione ai gravi rischi che questo comporta».

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