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Mafia Capitale, condannato l’ex assessore alla Casa Daniele Ozzimo

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Mafia Capitale, condannato l’ex assessore alla Casa Daniele Ozzimo

Prime sentenze nel processo “Mafia Capitale”. Questa mattina, il Gup del Tribunale penale di Roma ha condannato a due anni e due mesi di carcere Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa, in quota Pd, della giunta Marino per i reati di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. «Me lo aspettavo perchè si sa come vanno queste cose in questo paese. Siamo pronti a presentare ricorso in appello», ha commento a caldo dell'ex assessore, presente in aula dopo aver lasciato il carcere alla vigilia di Natale. Condannato (2 anni e 4 mesi di reclusione) anche l'ex Consigliere comunale di Centro democratico Massimo Caprari.

Le altre condanne
Ozzimo e Caprari, entrambi giudicati con rito abbreviato, erano imputati in un procedimento stralcio del processo legato a Mafia Capitale e rispondevano delle accuse di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio al pari dei fratelli Gerardo e Tommaso Addeo. Due ex collaboratori di Luca Odevaine (già componente del Tavolo di Coordinamento nazionale per i richiedenti asilo) ai quali il gup ha inflitto un anno e dieci mesi di carcere a testa, e di Paolo Solvi, condannato a due anni e due mesi nella veste di ex braccio destro dell'ex presidente del Municipio X (Ostia) Andrea Tassone.

Patteggiamento per altri quattro imputati
Diversa la sorte per altri quattro imputati del procedimento, ex dirigenti della cooperativa `La Cascina”, che hanno patteggiato: due anni e otto mesi per Francesco Ferrara, due anni e sei mesi per Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina e Carmelo Parabita, oltre alla confisca di 400mila euro. I quattro imputati erano accusati di concorso in corruzione nei confronti di Luca Odevaine, il quale, come componente del Tavolo di coordinamento sull'accoglienza per i rifugiati, avrebbe ricevuto dai quattro «la promessa di una retribuzione di 10mila euro mensili, aumentata a 20mila dopo l'aggiudicazione del bando di gara del 7 aprile del 2014 relativo all'appalto per la gestione del Cara di Mineo», affinchè si creassero le condizioni per assegnare i flussi di immigrati alle strutture gestite dal gruppo “La Cascina”, previo accordo con i dirigenti della stessa cooperativa del contenuto del bando.

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