
I tempi di realizzazione dei lavori pubblici che Matteo Renzi vuole abbattere sono, in Italia, drammatici. Per completare una grande opera, dall’avvio della progettazione al collaudo, servono in media 14 anni e 7 mesi. Ma il dato più impressionante della fotografia scattata circa un anno fa su 35mila opere dal Dipartimento per le politiche di sviluppo (Dps) è un altro: il 42% dei ritardi di consegna delle opere sono dovuti ai cosiddetti «tempi di attraversamento», vale a dire tempi morti di ordinaria burocrazia che si perdono nel passaggio da una fase all’altra, da una Pa all’altra, da una decisione all’altra, da un parere all’altro.
Se si considera la sola fase precedente all’esecuzione dei lavori, dalla progettazione all’affidamento, i «tempi di attraversamento» incidono per oltre il 60% del tempo totale. Un numero che quantifica come nessun altro il “male italiano” della lentezza dei procedimenti amministrativi connessi alla realizzazione di infrastrutture. Lo studio dell’Uver, unità di verifica degli investimenti pubblici, struttura interna al Dps, aveva analizzato opere per un investimento complessivo superiore a 100 miliardi e resta, di fatto, l’analisi più dettagliata e avanzata in fatto di tempi di realizzazione dei lavori pubblici. Per il totale delle opere considerate i tempi medi di realizzazione ammontano a 4 anni e mezzo, dai quasi 3 anni per le opere di importo inferiore a 100 milioni fino ai 14 anni e 7 mesi, appunto, per le opere di importo superiore ai 100 miliardi. Se si considera la sola fase esecutiva dei lavori, si va da 5 mesi a oltre 7 anni. Sul piano settoriale, sono le infrastrutture di trasporto diverse dalle strade a richiedere i tempi più lunghi, su quello territoriale le opere più lente si realizzano in Sicilia, con una media di quasi 7 anni, mentre la regione più veloce è l’Emilia-Romagna con 3 anni e 9 mesi.
Lo studio precisa che la Sicilia registra tempi lunghi nella progettazione, la Basilicata (che ha il secondo peggior tempo complessivo nazionale con 5 anni e 9 mesi)ha tempi lunghi nella fase esecutiva dei lavori mentre l’Emilia-Romagna presenta tempi brevi in tutte le fasi, a conferma che il modello emiliano di gestione amministrativa del territorio resta uno dei più efficienti. Lo studio segnala, inoltre, due eccezioni nel complessivo ritardo del Sud: la Calabria, con una media di 4 anni e 3 mesi, e la Sardegna con 4 anni e 7 mesi.
© Riproduzione riservata