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La Procura: condotta non lineare

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l’inchiesta

La Procura: condotta non lineare

Con la minaccia di coinvolgerla in una storia di «abusi edili» il sindaco di Quarto (Campania), la pentastellata Rosa Capuozzo, era finita vittima di ricatti che avevano l’obiettivo di pilotare la nomina di un assessore e gestire a proprio piacimento il Piano urbanistico comunale. Il tutto col presunto interesse di favorire anche il clan camorristico Polverino.

Una brutta grana giudiziaria per il Movimento5stelle. Il primo cittadino non risulta indagato, in quanto avrebbe fatto «muro» contro le pressioni. Tuttavia ha minimizzato ai magistrati, che per questo hanno ordinato una perquisizione a suo carico oltre che per il capogruppo M5s al Comune, Alessandro Nicolais. L’indagine ruota attorno alla figura del consigliere comunale pentastellato Giovanni Di Robbio, accusato in concorso con gli imprenditori Alfonso Cesarano e Mario Ferro (ex candidato Pd al Comune) di voto di scambio. In particolare, avrebbe ottenuto voti con la promessa di far assumere il figlio di Ferro al cimitero di Quarto e di far avere la gestione dello stadio a Cesarano, individuato anche come possibile «assessore all’urbanistica e al settore cimiteriale», nonché ritenuto vicino al clan Polverino. Tutto ciò sarebbe stato possibile attraverso le presunte minacce al sindaco.

Il 16 dicembre scorso la Capuozzo si sfoga al telefono con Nicolais: «Io domani vado via, non ce la faccio più, io posso reggere qualsiasi cosa guarda, ma non finire in galera per colpa di un altro, è inaccettabile». Secondo il sindaco il consigliere De Robbio ha tre obiettivi: «L’urbanistica e lavori pubblici oltre al Puc... ma non sta ottenendo niente, ricatta, ricatta ma non ottiene niente perché io vado come un muro». Nicolais, però, spiega di aver parlato con il deputato Roberto Fico, il quale avrebbe risposto «andate avanti tranquilli, quanto prima verrò», segno che il Movimento era già conoscenza delle vicende di Quarto. Particolare da chiarire riguarda il presunto ruolo di Francesco Romano (non indagato), candidato sindaco con i cinquestelle, il quale ha dovuto abbandonare per questioni personali, lasciando lo spazio alla Capuozzo.

«Nonostante non ricopre ufficialmente alcuna carica politica – si legge negli atti – Romano di fatto è tenuto in considerazione all’interno del M5s di Quarto (...). L’importanza del suo ruolo si evince nelle numerose telefonate con il De Robbio, in relazione agli accordi interni al partito, nonché con Ferro per l’affidamento del campo sportivo Quarto», che gli indagati volevano finisse nelle mani di Casarano, presunta propaggine del clan Polverino. Sull’affare Quarto è intervenuto anche il presidente dell’Anticoruzione, Raffaele Cantone, il quale si è espresso in merito all’appalto per la manutenzione della rete fognaria, sotto inchiesta. «Il Comune di Quarto ha agito correttamente – ha precisato – anche se su eventuali voti di scambio spetterà alla Procura pronunciarsi».