
La Corte Suprema indiana ha aggiornato al 13 aprile la nuova udienza sul caso dei marò e ha prolungato la permanenza in Italia del fuciliere di Marina, Massimiliano Latorre fino al 30 aprile. La Corte ha anche chiesto al governo indiano chiarimenti sui tempi di durata del lavoro del tribunale del mare di Amburgo.
Ieri Nicola Latorre, senatore Pd e presidente della commissione Difesa del Senato, aveva anticipato: «Massimiliano Latorre non tornerà in India e, anzi, si stanno approfondendo le possibilità per chiedere che anche Salvatore Girone rientri in Italia».
Questi sono giorni cruciali per i due marò arrestati in India con l'accusa di aver ucciso due pescatori del Kerala il 15 febbraio 2012: venerdì scade il permesso di curarsi a casa concesso da Delhi per motivi di salute a Massimiliano Latorre, dopo l'ictus che lo ha colpito nel 2014.
Girone è invece ancora bloccato in India, confinato dalle autorità indiane nell’ambasciata italiana. Per lui, il governo italiano ha già avanzato nelle scorse settimane la richiesta di «misure urgenti» al Tribunale arbitrale - costituito nel novembre scorso, di cui fanno parte cinque giudici, ospitato dalla Corte permanente di Arbitrato (Cpa) - per farlo rientrare in Italia per tutta la durata della procedura che dovrà decidere sulla giurisdizione dell’intera vicenda. La richiesta per Girone era stata avanzata davanti al tribunale del mare di Amburgo, che l’aveva respinta.
In India intanto si fa pressing sul governo centrale indiano perché Latorre torni in India. Il capo del governo del Kerala, Oommen Chandy, ha annunciato che chiederà al premier indiano Narendra Modi, di fare in modo che Latorre, accusato insieme a Salvatore Girone di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati, torni in India per essere giudicato dalla giustizia locale. Il Kerala è lo Stato nel sud dell'India davanti alle cui coste ci fu l’ìincidente mortale. «I marò italiani hanno commesso un crimine in territorio indiano e devono obbedire alla legge indiana», ha detto Oommen Chandy.
Le parole del senatore del Partito Democratico sui marò hanno avuto ampia eco sui giornali indiani; e vi sono state diverse reazioni. Polemico l'avvocato C Unnikrishnan, legale della moglie di una delle vittime, Valentine: «La posizione italiana è sbagliata: c'è stato una sentenza della Corte Suprema, devono rispettarla. L' `affidavit´ (del governo italiano) prometteva che avrebbero riconsegnato quella persone e che l'avrebbero fatto quando l'avesse ordinato la Corte Suprema. Ora si stanno tirando indietro e questo non è accettabile». Irritato anche RS Surjewala, leader del Partito del Congresso, all'opposizione del governo: «Narendra Modi farà qualcosa? E affronterà la questione da un punto di vista diplomatico in modo che l'assassino dei pescatori indiani sia assicurato alla giustizia, indipendentemente dal suo stato?». Secondo fonti che hanno voluto rimanere anonime, la questione è stata discussa nelle ultime ore dal ministro degli Esteri, Sushma Swaraj, con il responsabile dell'Interno, Rajnath Singh.
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