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Il sindaco 5 ore in procura, si riparla di ricatti

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Il sindaco 5 ore in procura, si riparla di ricatti

  • –Vera Viola

La vicenda di Quarto arroventa i rapporti tra Pd e M5s. Gli esponenti del Pd intervengono per sostenere che i vertici dei 5 stelle erano a conoscenza di tutti i problemi della giunta campana. Ma dall’altra parte si rispediscono le accuse ai mittenti.

«Il Pd è il partito della camorra», torna ad attaccare Beppe Grillo dal suo blog, prendendo di mira l’eurodeputato Nicola Caputo indagato per voto di scambio. «Il Movimento 5 stelle sta subendo attacco diffamatorio - dice Luigi Di Maio (M5s), in conferenza stampa alla Camera -. Ringraziamo la procura di Napoli e il pm Woodcock per quello che stanno facendo emergere, ma non accettiamo l’attacco diffamatorio del Pd che nasce nei giorni successivi a un sondaggio Piepoli secondo cui io avevo superato Renzi e il Movimento stava per superare il Pd». Poi attacca: «Non ci lasceremo intimidire né attaccare da un partito responsabile di “Mafia capitale”».

Mentre il parlamentare M5s e presidente della Commissione di vigilanza Rai, Roberto Fico, dichiara: «Si sta costruendo un castello di carta per diffamare me e Di Maio». Su Quarto Fico commenta: «Nei fatti a Quarto il Movimento 5 Stelle non esiste più». E a chi gli chiede se oltre al sindaco altri esponenti siano stati espulsi dal Movimento, risponde: «Non hanno ancora ricevuto la mail, ma quel che conta è che di fatto non c’è più una amministrazione 5 stelle. Andremo alle elezioni».

Dall’epicentro dello scandalo l’amministrazione si dice compatta: «Tutto il gruppo appoggia Rosa Capuozzo - dice il vice sindaco Perotti - abbiamo valutato tutte le possibilità e decidiamo compatti di andare avanti con la Capuozzo, in questo momento Quarto non può esser lasciato solo. Noi siamo qui, vogliamo ancora un confronto con Grillo». In realtà il governo della cittadina campana vacilla. Ieri si è dimesso il capogruppo del M5S di Quarto, Alessandro Nicolais. «I motivi - scrive in un post - sono personali e riguardano tutto quanto accaduto in questi giorni». Poi ha lasciato anche l’assessore all’urbanistica Tullio Ciarlone. E dopo poche ore il consigliere di opposizione Luigi Rossi.

Intanto ieri si è svolto il quinto interrogatorio della Capuozzo, convocata in qualità di testimone dai procuratori aggiunti Giuseppe Borrelli e Filippo Beatrice e dal sostituto procuratore Henry John Woodcock. Al momento il primo cittadino - ascoltato per cinque ore - non risulta indagato. Tuttavia sullo sfondo della sua posizione si potrebbe profilare il reato di favoreggiamento personale. Ipotesi che troverebbe conferma nelle prime audizioni della Capuozzo in cui aveva «minimizzato» i ricatti compiuti dal consigliere comunale, sospeso dal Movimento5stelle, Giovanni De Robbio. Nelle successive audizioni, però, ha ammesso di essere stata vittima delle richieste «illecite» del consigliere comunale facendo venire meno il rischio di un suo coinvolgimento penale nell’inchiesta. Stando ai pm De Robbio avrebbe usato un presunto abuso edilizio legato all’abitazione della Capuozzo per chiedere la nomina di un assessore e cercare di creare un vantaggio all’imprenditore Alfonso Cesarano legato a doppio filo con il clan Polverino. «Ricatti» che il sindaco non avrebbe tempestivamente denunciato ai magistrati. La Procura di Napoli, comunque, non ha concluso gli accertamenti. In uno stralcio del procedimento, infatti, è finito indagato il marito della Capuozzo, Ignazio Baiano, in relazione all’abuso edilizio. In particolare, è la ricostruzione accusatoria, avrebbe falsificato la data della domanda di condono, così da non avere troppi problemi amministrativi.

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