Italia

Squinzi: proposta già superata dai contratti di categoria

  • Abbonati
  • Accedi
CONFINDUSTRIA

Squinzi: proposta già superata dai contratti di categoria

Una proposta «superata», che non serve ad innovare il Paese. Giorgio Squinzi commenta il documento sulla riforma della contrattazione che Cgil, Cisl e Uil hanno formalizzato ieri. «Da quello che si legge appare che i sindacati si stiano muovendo col passo del gambero. La loro proposta è già superata dai contratti di categoria che si sono chiusi in questo periodo e dalle nostre proposte per i contratti in fase di rinnovo, anni luce più innovative rispetto alla piattaforma di Cgil, Cisl e Uil», sono state le parole del presidente degli industriali.
Il tema dei contratti è sempre stato al centro dell’azione di Confindustria. Già nel maggio 2014 era stata formalizzata la proposta su mercato del lavoro e contrattazione. E l’anno scorso, prima nell’assemblea privata e poi in quella pubblica, tenutasi all’Expo a maggio, Squinzi aveva rilanciato con forza l’esigenza di cambiare radicalmente le regole della contrattazione collettiva, con un appello ai sindacati a rinnovare insieme il modello contrattuale, come nuovo terreno di sfida per le parti sociali. Un dialogo che, dopo diversi contatti, di fatto non è mai partito, con Cgil e Uil che non si sono presentate al tavolo al momento di dare il via in concreto alla trattativa, alla fine di settembre.

«Sono stati buttati sei mesi da quando li avevo invitati al tavolo e i risultati che presentano oggi (ieri, ndr) se confermati sembrano più una foto sbiadita che non una scelta per innovare il Paese», ha continuato Squinzi.
Nel frattempo, da ottobre, è stato chiuso il contratto dei chimici, è partita la trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici (prossimo appuntamento il 21 gennaio), si è avviata, anche se ora si è appena interrotta, quella dell’industria alimentare, su basi e contenuti ben più avanzati rispetto al documento presentato ieri dai sindacati.
«Dobbiamo recuperare competitività e la contrattazione collettiva deve sostenere gli sforzi che si compiono in questa direzione», ha detto più volte il presidente di Confindustria negli ultimi mesi, sottolineando come «i legami tra dinamica dei salari e miglioramento della produttività devono essere resi più forti e stringenti». Punti già messi nero su bianco nella proposta di Confindustria del 2014. L’obiettivo è spostare il peso sulla contrattazione aziendale, per collegare aumenti salariali e produttività, a vantaggio della competitività delle imprese e del Paese. E il contratto nazionale deve accompagnare questo processo evitando che le imprese siano costrette a pagare i costi di due livelli di contrattazione. Sono i numeri a dettare queste necessità: rispetto alla Germania il nostro Paese ha un gap di produttività che è oltre 20 punti, a danno della crescita. Su questo percorso resta sullo sfondo l’ipotesi dell’intervento legislativo da parte del governo, come ha ripetuto nei giorni scorsi il premier Matteo Renzi: «O le parti sociali fanno gli accordi, o ci pensiamo noi».

© Riproduzione riservata