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«Cari migranti»: il messaggio di Papa Francesco ai rifugiati

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GIUBILEO

«Cari migranti»: il messaggio di Papa Francesco ai rifugiati

«Cari migranti e rifugiati, ognuno di voi porta in sé una storia, una cultura, dei valori preziosi; e spesso purtroppo anche esperienze di miseria, di oppressione, di paura». Papa Francesco si è rivolto con queste parole ai circa 7 mila migranti e rifugiati presenti in piazza San Pietro per il Giubileo dei migranti. «La vostra presenza in questa piazza - ha detto Bergoglio - è segno di speranza in Dio. Non lasciatevi rubare - li ha esortati - questa speranza e la gioia di vivere, che scaturiscono dall'esperienza della divina misericordia, anche grazie alle persone che vi accolgono e vi aiutano». «Il passaggio della Porta Santa e la messa che tra poco vivrete, vi riempiano il cuore di pace».

Il tema dei migranti è stato al centro del discorso annuale al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, l'11 gennaio, quando ha invitato in particolare l'Europa a non perdere il suo “spirito umanistico” nell'accogliere quanti fuggono da guerre e miseria, piaghe sperimentate dallo stesso continente europeo in decenni (e secoli) scorsi. Nel messaggio dopo l'Angelus il papa ha parlato dei recenti attentati: «Vi invito tutti insieme a rivolgere a Dio una preghiera per le vittime degli attentati avvenuti nei giorni scorsi in Indonesia e Burkina Faso. Il Signore le accolga nella sua casa, e sostenga l'impegno della comunità internazionale per costruire la pace». In precedenza, durate l'Angelus, Francesco ha parlato di un altro aspetto, riferito alla famiglia: «Nel miracolo compiuto a Cana, possiamo scorgere un atto di benevolenza da parte di Gesù verso gli sposi, un segno della benedizione di Dio sul matrimonio. L'amore tra l'uomo e la donna è quindi una buona strada per vivere il Vangelo, cioè per incamminarsi con gioia sul percorso della santità». I miracoli, afferma il Papa, «sono segni straordinari che accompagnano la predicazione del Vangelo, la Buona Notizia; e hanno lo scopo di suscitare o rafforzare la fede in Gesù». Ma è il tema dei migranti al centro della mattinata di oggi, giornata molto piena visto l'appuntamento del pomeriggio con la visita alla Sinagoga di Roma.

Nel messaggio diffuso in anticipo, a ottobre scorso, il Papa aveva scritto: «Nella nostra epoca, i flussi migratori sono in continuo aumento in ogni area del pianeta: profughi e persone in fuga dalle loro patrie interpellano i singoli e le collettività, sfidando il tradizionale modo di vivere e, talvolta, sconvolgendo l'orizzonte culturale e sociale con cui vengono a confronto. Sempre più spesso le vittime della violenza e della povertà, abbandonando le loro terre d'origine, subiscono l'oltraggio dei trafficanti di persone umane nel viaggio verso il sogno di un futuro migliore. Se, poi, sopravvivono agli abusi e alle avversità, devono fare i conti con realtà dove si annidano sospetti e paure. Non di rado, infine, incontrano la carenza di normative chiare e praticabili, che regolino l'accoglienza e prevedano itinerari di integrazione a breve e a lungo termine, con attenzione ai diritti e ai doveri di tutti. Più che in tempi passati, oggi il Vangelo della misericordia scuote le coscienze, impedisce che ci si abitui alla sofferenza dell'altro e indica vie di risposta che si radicano nelle virtù teologali della fede, della speranza e della carità, declinandosi nelle opere di misericordia spirituale e corporale».

Quest'anno la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebra in tutte le 27.000 parrocchie italiane, avrà un particolare momento celebrativo nella regione Lazio. Il Lazio è la regione del Centro Italia con il maggior numero di immigrati: oltre 600.000, di cui 500.000 a Roma; ma è anche la regione che ha oltre 400.000 emigranti italiani. 8.000 sono i richiedenti asilo e i rifugiati accolti nei Cara, nei Centri di accoglienza straordinaria e negli Sprar del Lazio: l'8% degli oltre 100.000 accolti in Italia. A Roma sono presenti anche il maggior numero di comunità cattoliche di immigrati: 55. Oggi, in particolare, oltre 6.000 migranti e rifugiati provenienti dalle 17 diocesi del Lazio, di almeno 30 nazionalità, erano in piazza S. Pietro per l'Angelus del Papa. Tra loro anche 200 richiedenti asilo del Cara di Castelnuovo di Porto, con le bandiere delle diverse nazionalità presenti al Centro.

Dopo l'Angelus, i migranti hanno attraversato la Porta Santa, per andare nella Basilica di S. Pietro, dove si celebra la Messa, presieduta dal cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti. Ai piedi dell'altare della cattedra la Croce di Lampedusa, anche per ricordare il viaggio drammatico, che per oltre 3.700 persone - tra cui quasi 800 bambini - nel 2015 si è concluso in fondo al Mediterraneo, di molti richiedenti asilo. Le ostie distribuite durante la Comunione sono state donate dai detenuti, anche stranieri, del carcere di Opera, che hanno attivato un progetto-laboratorio. “La Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato del 2016 diventa un momento particolare, un gesto concreto che caratterizza il Giubileo della misericordia”, dice la Fondazione Migrantes, braccio operativo della Cei.

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