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Quarto, la sindaca insiste: «M5s sapeva, sono scappati»

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Quarto, la sindaca insiste: «M5s sapeva, sono scappati»

  • –Vera Viola

QUARTO

La commissione Antimafia, presieduta da Rosy Bindi, ascolterà questa sera la sindaca di Quarto, Rosa Capuozzo, al centro dell’inchiesta e del ciclone politico che ha investito il comune campano per inquinamento del voto e pressioni sulla sindaca.

La quale, espulsa dal Movimento 5 Stelle, resta al suo posto sfidando, con un post su Facebook, i vertici del suo ex partito. «È inutile avere le mani pulite e poi tenerle in tasca – dice citando Don Lorenzo Milani –. Il M5s ha avuto l’occasione di combattere il malaffare in prima linea, con un suo sindaco che lo ha fatto, ma ha preferito scappare a gambe levate, smacchiarsi il vestito, buttando anche il bambino insieme all’acqua sporca. Non si governano così i Comuni ed i territori difficili, non si abbandonano così migliaia di persone che hanno creduto in noi e nel movimento». La sindaca sostiene di aver fatto una scelta di principio per i cittadini onesti di Quarto.

Dopo i primi inviti da parte di Beppe Grillo a dimettersi , infatti, il sindaco aveva deciso di continuare a governare. Decisione assunta insieme ai consiglieri comunali di maggioranza che le avevano fatto scudo. Ma nei giorni seguenti si sono dovute registrare le dimissioni di numerosi consiglieri. Ieri anche Raffaele D’Alise e Stefania Ganino, dopo che nei giorni precedenti si erano dimessi Alessandro Nicolais e Lucia Imperatore.

Intanto, dal vertice dei 5 Stelle arriva un altro attacco. «Quanto emerge dai verbali delle dichiarazioni rese da Rosa Capuozzo al pm conferma che il Movimento 5 Stelle non sia mai stato portato a conoscenza della natura ricattatoria delle “pressioni” del consigliere De Robbio», si legge in una nota dei gruppi parlamentari del M5s di Camera e Senato. La stessa sindaca di Quarto accenna ai pm delle presunte minacce subite solo negli ultimi interrogatori della scorsa settimana. «Il Movimento è giunto a conoscenza delle attenzioni della Procura di Napoli sul consigliere De Robbio il 1° dicembre dalla stessa Rosa Capuozzo». E la nota precisa: «In quell’occasione immediatamente sono stati presi i relativi provvedimenti per allontanare il consigliere De Robbio dal Movimento».

Il nodo è se e quando Rosa Capuozzo ha avvisato i rappresentanti del Movimento sia delle pressioni subite da parte del consigliere De Robbio, sia dell’interrogatorio subito in Procura. Il pm Henry John Woodcock, il 12 gennaio, ascoltando Rosa Capuozzo come teste, le chiede: «La procedura di espulsione da M5s del consigliere comunale Giovanni De Robbio ha avuto un’accelerazione dopo il colloquio con Fico in seguito al suo interrogatorio in Procura?».

Capuozzo risponde di aver avuto colloqui con Roberto Fico dopo che i giornali avevano pubblicato la foto della sua casa che documentavano presunti abusi edilizi. La sindaca nel suo ultimo interrogatorio, il 14 gennaio scorso, sostiene anche che all’esponente del direttorio del M5s spiegò che quelle foto le erano state mostrate, prima della pubblicazione, dal consigliere comunale Giovanni De Robbio.

« Fico dopo essere stato informato da me - precisa Rosa Capuozzo - del contenuto dell’interrogatorio del 24 novembre mi ha chiesto di prendere l’iniziativa nei confronti di De Robbio il quale è stato espulso proprio in conseguenza dei fatti che ho riferito a Fico sul mio interrogatorio». Poi a proposito delle pressioni subite per abusi edilizi aggiunge: «Non ricordo se gliene ho parlato nel dettaglio prima del mio interrogatorio, sicuramente l’ho fatto dopo, quando mi sono incontrata con Fico per riferirgli del mio interrogatorio del 24 novembre».

Sul caso ieri è intervenuto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando: «Si impone una riflessione generale per tutte le forze politiche. C’è bisogno per tutti di una riflessione su come far vivere l’articolo 49 della Costituzione e come far sì che le forze politiche siano davvero messe nelle condizioni di costituire un argine nei confronti delle organizzazioni criminali - ha detto -. La vicenda dimostra che la lotta alla criminalità organizzata deve essere fatta in modo unitario sapendo che si è vulnerabili se si è divisi, ma si è in grado di incidere se non ci si divide».

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