ROMA
La ripresa economica sta cominciando a trasformarsi in maggior domanda di credito ; la politica monetaria ultra-accomodante sta facendo allentare anche le condizioni dell’offerta: il risultato è che le erogazioni creditizie migliorano. È quanto si ricava da due diverse indagini. La prima è contenuta nell’outlook mensile dell’Abi, relativo al mese di gennaio 2016. La seconda è l’inchiesta sul credito bancario nell’area dell’euro condotta in ambito Bce(e realizzata, sul campione italiano, da Bankitalia). A riprova che i duri colpi subiti in borsa dalle banche italiane in questi giorni rischiano di compromettere le “gemme” ancora in boccio del recupero dell’attività creditizia.
I dati Abi mostrano che a dicembre 2015 il totale dei finanziamenti a famiglie e imprese ha presentato una variazione positiva , pari a +0,5% nei confronti di dicembre 2014: la risalita, dunque, comincia a essere visibile e a mostrare una situazione nettamente migliore rispetto al picco negativo del mese di novembre 2013(quando la variazione tendenziale era stata pari a meno 4,5%) confermandosi come il dato migliore da aprile 2012 rimarca l’Abi. Se invece si considera il mese di novembre 2015 si vede che la dinamica dei prestiti alle imprese è risultata pari a +0,2 (contro il -1,2% tendenziale del mese di ottobre).
Se poi si considerano le nuove erogazioni, in base al campione Abi (78 banche che rappresentano circa l’80 per cento del mercato) i finanziamenti alle imprese hanno segnato nei primi undici mesi del 2015 un incremento di circa il 13 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014. In termini di nuove erogazioni per l’acquisto degli immobili aggiunge il rapporto, tra gennaio e novembre 2015 si è registrato un incremento annuo del 97,4 per cento(l’incidenza delle surroghe, nello stesso periodo è stata del 32%).
Anche secondo i risultati di tipo qualitativo della “Lending survey” Bce e relativi all’Italia, alla fine dello scorso anno i prestiti delle banche a famiglie e imprese si sono rivelati più facili. Nel quarto trimestre del 2015 - comunica Bankitalia - è proseguito l’allentamento dei criteri di offerta dei prestiti a imprese e famiglie. Il miglioramento, si spiega, ha continuato a rispecchiare soprattutto la pressione concorrenziale fra gli intermediari; per le imprese, ha contribuito anche il minore rischio percepito dalle aziende di credito in connessione con le migliori prospettive di particolari settori e imprese e le aziende di credito si attendono un ulteriore lieve allentamento anche per il primo trimestre del 2016.
Questa schiarita, inoltre, non riguarda solo le caratteristiche dell’offerta di credito. «Secondo le valutazioni degli intermediari - spiega ancora via Nazionale - la domanda di prestiti da parte delle imprese e delle famiglie ha registrato una nuova espansione rispetto al trimestre precedente. La crescita- è la conclusione- proseguirebbe nel trimestre gennaio -marzo 2016».
Tornando all’outlook Abi, è da segnalare che sul versante del passivo bancario, a fine 2015 appare ancora in lieve flessione il totale della la raccolta all’interno da clientela (-0,6% è la variazione annua)ma resta positiva la tendenza dei depositi. Anzi, in dicembre i depositi da clientela, dopo la battuta d’arresto di novembre, dovuta ai versamenti Ires e Irap, hanno fatto registrare un incremento tendenziale del 3,7 %, segnando un aumento in valore assoluto su base annua di circa 47,3 miliardi di euro. Resta forte, invece, la contrazione della raccolta obbligazionaria:-13 per cento.
Il rapporto si sofferma poi sulla dinamica dei tassi che sono in ulteriore discesa, in particolare il tasso medio per le nuove operazioni per acquisto abitazioni è al 2,51% al valore più basso da giugno 2010 mentre quello sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è leggermente risalito(1,99% contro il precedente 1,87%).Infine, l’eredità dei sette anni della crisi, ovvero quei “non performing loans” attualmente all’attenzione dell’Ssm di Francoforte (che ieri ha però precisato che la richiesta di informazioni aggiuntive sui Npl è stata fatta anche ad altre banche della zona euro ed è una pratica di supervisione standard). «A seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti - rileva il rapporto Abi - le sofferenze lorde sono risultate pari a 201 miliardi a novembre 2015, dai 199 miliardi di ottobre)». Il rapporto sofferenze/impieghi si attesta al 10,4% ma raggiunge il 17,3% per i piccoli operatori economici, il 17,8% per le imprese e il 7,2% per le famiglie consumatrici. Le sofferenze nette, al netto delle svalutazioni, sono pari a 88,8 miliardi. È questo l’ammontare che occorrerebbe smaltire sul mercato secondario, per dare gambe più robuste alla ripresa economica. Non resta che sperare nella bad bank formato light che il governo italiano ha proposto la settimana scorsa a a Bruxelles(la garanzia statale verrebbe erogata caso per caso e ogni ragionamento che usa le percentuali di svalutazione dei crediti deteriorati applicate per le 4 banche in default è del tutto fuorviante). Una proposta che, fa però sapere Bruxelles, di certo poco ben disposta nei confronti del nostro Paese in questa fase «deve essere ancora approfondita».
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