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Senato, D’Ascola (Ap) alla guida della commissione Giustizia. A sorpresa Matteoli (FI) confermato ai Lavori pubblici

Il senatore di Ncd Nico D'Ascola è stato eletto con 14 voti presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama. Il risultato, arrivato alla seconda votazione, è fruttodi un accordo nella maggioranza e con i verdiniani di Ala (ai quali sono andate tre vicepresidenze in quota maggioranza). D'Ascola prende il posto di Nitto Francesco Palma (Fi). Il risultato del voto e il nuovo ruolo di Ala fanno montare il vento delle polemiche, con la minoranza dem e FI che parlano di una nuova maggioranza al Senato sollecitando il governo a chiarire.

La maggioranza battuta: ai Lavori pubblici confermato l’azzurro Matteoli
A sorpresa, il secondo “round” di votazioni per il rinnovo dei vertici delle comissioni, a metà pomeriggio, registra la conferma del presidente della commissione Lavori pubblici, l’azzurro Altero Matteoli, cui sono andati 12 voti. Battuto quindi il candidato della maggioranza, Vittorio Fravezzi (Autonomie) che si è fermato a 9 voti. Secondo radio Parlamento, lo spostamento di Fravezzi alla commissione Lavori pubblici (dalla commissione Bilancio) sarebbe frutto di un accordo di maggioranza raggiunto con il capogruppo di Autonomie Karl Zeller. Ma la cosa avrebbe incontrato l’ostilità di alcuni esponenti del Pd, che avrebbero preferito affidare la guida della commisisone a Stefano Esposito o Raffaele Ranucci, ma anche di alcuni senatori della Lega.

Gasparri (FI): un no alle candidature “last minute” imposte dall’alto
«Vuol dire prima di tutto che lui ha operato per il meglio e poi che le candidature “last minute” imposte dall'alto piacciono poco anche gli stessi Dem alcuni dei quali evidentemente hanno preferito votare Matteoli piuttosto che il candidato delle Autonomie imposto dalla maggioranza», ha commentato il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (FI).

Le presidenze confermate
Pier Ferdinando Casini (Ap) è stato invece confermato alla presidenza della Commissione Esteri del Senato. Nicola Latorre (Pd) resta alla presidenza della commissione Difesa, Mauro Maria Marino (Pd) a quella della commissione Finanze, Giorgio Tonini (Pd) di quella Bilancio, Andrea Marcucci (Pd) di quella Cultura e Anna Finocchiaro (Pd) della Affari Costituzionali.

Ai verdiniani tre vicepresidenze: Finanze, Bilancio e Difesa
I senatori di Ala Eva Longo, Pietro Langella e Giuseppe Compagnone sono stati eletti vicepresidenti in quota maggioranza delle Commissioni Finanze, Bilancio e Difesa. Per l'opposizione la carica di vicepresidente è stata assegnata a maggioranza ai senatori di Fi Franco Carraro (Finanze) e Andrea Mandelli (Bilancio).

Tutti confermati gli altri presidenti di commissione
Diverse le conferme per le altre presidenze in ballo: Massimo Mucchetti (Pd) e Maurizio Sacconi (Ap), che hanno incassato entrambi 19 voti, rimarranno presidenti della commissione Industria e della commissione Lavoro di Palazzo Madama. Alla commissione Industria sono stati confermati anche i vicepresidenti Paola Pelino (Fi; 11 11 voti, anche questi a sorpresa ma sempre in quota opposizione) e Aldo Di Biagio (Ap, 9 voti). Alla Lavoro i nuovi vicepresidenti sono Maria Spilabotte (Pd) con 15 voti e Nunzia Catalfo (M5S) con 6 voti.Confermati anche Giuseppe Marinello (Ap) e Roberto Formigoni (anche lui Ap) rispettivamente alla guida delle commissioni Ambiente e Agricoltura. Rimarrà al suo posto anche Emilia Grazia De Biasi (Pd) alla presidenza della commissione Sanità (23 voti). Senza sorprese anche l'ultima votazione della giornata: in commissioni Politiche Ue la presidenza rimane infatti affidata a Vannino Chiti (Pd).

Speranza (Pd): Renzi ci dica se esiste una nuova maggioranza
Critico verso il premier e la maggioranza, alla luce del nuovo ruolo di Ala, l’ex presidente dei deputati dem, Roberto Speranza, esponente di spicco della minoranza Pd. «Ieri il voto di Verdini & company al Senato, decisivo ai fini del raggiungimento della maggioranza assoluta. Oggi la elezione di tre vice presidenti delle commissioni appartenenti al gruppo Ala», ha sottolineatro Speranza, che ha invitato Renzi a spiegare « se esiste una nuova maggioranza politica che sostiene il governo con Verdini dentro. Se è così si apra un dibattito pubblico e in Parlamento».

Romani (Fi): prendiamo atto ingresso Ala maggioranza
Polemica anche la reazione di Paolo Romani, che ha commentato così l'elezione di tre senatori verdiniani alle vicepresidenze, in quota maggioranza: «Prendiamo atto dell'ingresso di Ala in maggioranza. Non avevamo dubbi al riguardo e oggi», con l'accordo raggiunto sulle vicepresidenze in commissione, «c'è stata una ratifica formale».

Zanda (Pd): «Fantomatiche» le nuove maggioranze di cui parla FI
«Paolo Romani sa bene che in Parlamento chi vota la fiducia al governo è in maggioranza, chi non la vota è all'opposizione» replica a stretto giro il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda. Per Zanda, «Romani sa anche bene che le vicepresidenze delle commissioni, per prassi, vanno in parti uguali a parlamentari di maggioranza e di opposizione. Non capisco quindi cosa Romani vada dicendo su fantomatiche nuove maggioranze in Senato».

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