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Unioni civili, monito del Papa

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Attualità

Unioni civili, monito del Papa

«Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione»: queste le parole pronunciate dal Papa che allo stesso tempo però ricorda come la misericordia di Cristo e quindi della Chiesa si estenda anche a coloro che hanno scelto di porsi fuori dal matrimonio. Un monito che arriva proprio nel giorno in cui al Senato sono stati depositati più di 6mila emendamenti al Ddl Cirinnà e con il Pd ancora diviso.

Anche Matteo Renzi interviene. Rispetto per il family day e per chi parteciperà al family day ma per il Pd - avverte - le unioni civili sono una riforma «non più rinviabile». Insomma, va bene mediare, ma purché la ricerca del compromesso non sia - ha detto durante la Direzione al Nazareno - solo «uno strumento per non arrivare a chiudere». E dunque ci si ascolta con rispetto ma alla fine - insiste - si decide ed ognuno potrà farlo in piena libertà di coscienza.

Al momento nessuno azzarda previsioni. Il Pd resta diviso, tant’è che l’area cattolica ha presentato i suoi emendamenti, compresi quelli sull’affido rafforzato e sul divieto di surrogazione della maternità meglio nota come “utero in affitto”, anche se dal testo è scomparso l’inasprimento delle pene previsto inizialmente. A farsi carico della mediazione sono invece gli emendamenti a firma Lumia (capogruppo Pd in commissione Giustizia) nei quali, pur confermando l’impianto del Ddl, si rafforza la distinzione tra unioni civili e matrimonio e si prevede che l'adozione si realizza solo dopo «verifiche e indagini» da parte del tribunale al fine di tutelare «il preminente interesse del minore» come del resto già prevede la legge sulle adozioni. Un filtro, quello del tribunale, che però non è stato ritenuto sufficiente dai cattodem.

A questo punto la partita si sposta in Aula dove il Ddl approderà giovedì prossimo, a 2 giorni dal family day e dopo le manifestazioni a favore della riforma che si terranno domani in 100 piazze con il titolo «Sveglia Italia». Trattandosi di materia attinente le persone, i voti sugli emendamenti saranno prevalentemente segreti e l’esito è quindi tutt’altro che scontato. L’attenzione è concentrata soprattutto sull’articolo 5, quello relativo alle adozioni. E se viene data per assai probabile la bocciatura delle proposte di modifica dei cattolici, vista la contrarietà oltre che di gran parte del Pd anche del M5s e di Sel, nessuno è pronto a scommettere sull’approvazione dell’articolo 5.

«Cercheremo fino all’ultimo l’intesa», dichiara il renziano Andrea Marcucci . Il timore tra i dem è che i veti incrociati alla fine possano affossare l’intera riforma. I 5 stelle al momento restano a guardare, consapevoli del loro ruolo decisivo. Anche se alla fine nel Pd si dovessero ricomporre le divisioni, è scontato infatti che i centristi della maggioranza non voteranno la legge. Il partito del ministro dell’Interno Angelino Alfano ha presentato ben 261 emendamenti, un numero che conferma l’intenzione di ostacolare il via libera alla riforma, così come i 100 di Idea (Quagliariello, Augello, Giovanardi, Compagna), i circa 300 di Fi, i 164 di Gal, i 76 dei fittiani di Cr e gli oltre 5mila della Lega. Parchi invece i verdiniani (solo 5 le proposte di modifica).

Ecco perché per far passare la legge, i voti grillini e quelli di Sel sono determinanti. La tentazione di sgambettare Renzi potrebbe però prevalere, magari adducendo come giustificazioni le eventuali modifiche al testo del Ddl Cirinnà.