Gianluca Maria Calì, con le sue concessionarie di automobili, è un imprenditore siciliano che si divide tra Palermo e Milano, dove vive con la moglie e i figli (della sua storia questa rubrica si è occupata più volte).
Sul suo profilo facebook, di se stesso scrive: «Normale imprenditore e padre di famiglia tra Milano e Palermo, vessato da mafia e malaffare». La Sicilia – dove ha subito attentati, minacce e ha sempre denunciato – è nel suo cuore ma è a Milano che fa crescere il suo nucleo familiare.
Proprio in una scuola di Milano frequentata dai figli di 6 e 7 anni, poco dopo la riapertura dell'anno scolastico 2015, una Mercedes nera con i vetri oscurati a bassa velocità è arrivata nei pressi della scuola durante l'orario di uscita dei ragazzi. Il passeggero ha abbassato il vetro e si è rivolto alla baby sitter incaricata di prendere i bambini. Un uomo con capelli scuri, la pelle abbronzata e un accento siciliano molto marcato le si è rivolta chiedendole se i bimbi fossero i figli di Calì. La baby sitter, comprendendo che qualcosa non andasse nel verso giusto e guardando nell'auto sentì la voce artificiale del navigatore satellitare che comunicava al guidatore l'arrivo a destinazione. Subito dopo rispose che quelli erano i suoi figli. Calì ha denunciato tutto al Commissariato milanese di Porta Genova.
Dalla scuola è giunta moltissima solidarietà (mentre proseguono alacremente le indagini delle forze dell'ordine) ma non proprio da tutti i genitori. Il 16 gennaio un rappresentante di classe ha chiesto che i figli di Calì uscissero da una porta secondaria per non mettere a rischio gli altri bambini della scuola.
Anche se gode di una tutela discreta delle Forze dell'Ordine, che in molti vorrebbero che si traducesse in una vera e propria scorta, Calì è abituato a tutto, compreso il fatto che pochissimi giorni fa – il 24 gennaio per la precisione – le gomme della sua auto da rally sono state trafitte da diverse viti. «Non so da chi e perché – ha scritto sul suo profilo – ma di certo non mi fermo».
Che non si fermi e continui a parlare e denunciare, è certo. E così, Proprio oggi, sarà a Rosarno (Reggio Calabria), presso la scuola Piria, per parlare davanti a un migliaio di studenti della sua vita contro ogni forma di illegalità e sopruso mafioso. Il Coordinamento nazionale antimafia Riferimenti promuove infatti il Progetto “Pedagogia delle scelte responsabili, informare per resistere” nell'ambito della “Rete per la legalità'” promossa dalla Camera di commercio di Reggio Calabria. «La tanto vituperata Rosarno adotterà simbolicamente l'imprenditore antiracket Gianluca Maria Cali', che la civilissima Milano emargina – scrive il presidente del Coordinamento antimafia Adriana Musella - . L'istituto Piria, capofila del progetto Gerbera Gialla, lo adotterà simbolicamente insieme ai suoi figli. Gianluca Calì é un imprenditore che ha avuto il coraggio della denuncia, uno di quei cittadini che andrebbero ringraziati e sostenuti. Il nostro, però, é uno strano Paese».
Oltre a Calì parteciperanno la stessa Musella e Giancarlo Costabile, docente responsabile del corso di “Pedagogia della Resistenza” all'Università della Calabria.
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