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Mattarella: «Tanti paesi poveri accolgono più della Ue»

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simposio internazionale contro gli estremismi

Mattarella: «Tanti paesi poveri accolgono più della Ue»

Per tentare di risolvere il drammatico fenomeno migratorio che sta ormai da mesi investendo l'Europa, è necessaria «una lucida azione politica». E serve che l'Unione europea prenda esempio dal comportamento che hanno assunto nei confronti degli immigrati paesi con economie meno ricche di quelle europee. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando al Quirinale il presidente del Sioi Franco Frattini e una delegazione di capi di Stato e di governo in occasione del «Simposio internazionale sul contrasto agli estremismi e radicalismo attraverso il dialogo interreligioso».

Paesi che hanno meno potere economico accolgono migranti e profughi in quantità
«In tanti piccoli Paesi che hanno meno potere economico - ha sottolineato Mattarella - c'è un'accoglienza di emigranti e profughi in grande quantità» rispetto, sembra lasciare intendere Mattarella, a quanto per esempio fa l'Unione europea. Il Mediterraneo, ha ripetuto il capo dello Stato, «diventa giorno dopo giorno un cimitero di speranze di una vita migliore». Di fronte all'emergenza migratoria, poi, ha detto ancora il capo dello Stato, «è un'illusione pensare che un fenomeno sempre più grande possa essere fermato da muri e reticolati». È un fenomeno che per essere affrontato e risolto «richiede intelligenza, alleanza di civiltà, cultura. Non bastano gli interventi armati, occorre un grande impegno culturale per contrapporre - a cominciare dal Web - alla cultura della violenza una narrativa di pace, di convivenza», ha sottolineato il capo dello Stato. Un altro sforzo che deve essere compiuto per affrontare il fenomeno è quello di «sviluppare un confronto positivo tra confessioni religiose», aggiungendo ad esso «attente scelte politiche». Insomma, sono state ancora le parole del capo dello Stato, «l'atteggiamento che il mondo sviluppato metterà in mostra sugli immigrati sarà una cartina di tornasole per i paesi in via di sviluppo per misurare le nostre capacità e per dimostrare la superiorità della democrazia e della tolleranza».

Dialogo contro oscurantismo e intolleranza
Di fronte alla «recrudescenza di intolleranza», alla «tendenza all'odio di chi è diverso, al virus dell'oscurantismo» occorre combattere «ribadendo i valori di civiltà e i diritti umani», ha affermato il presidente della Repubblica. È necessario rispondere con «intelligenza», ha ribadito il capo dello Stato, sottolineando che il «contrasto al terrorismo» richiede una «alleanza di civiltà e di cultura. Il dialogo è il veicolo per contrapporsi alla violenza e alla volontà di sopraffazione».

Grasso: contro il terrorismo necessaria una strategia politica
«Gli interventi militari in corso contro il terrorismo potranno avere successo solo se saranno accompagnati da una strategia politica idonea a favorire aggregazioni istituzionali rispettose dei diritti di ognuna delle componenti etniche e religiose. Questa è la direzione verso la quale si muove l'Italia», ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, intervenendo nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani del Senato, in occasione della cerimonia di apertura dell'Alto Simposio Internazionale contro la radicalizzazione e gli estremismi. Grasso ha poi sottolineato che «i fenomeni negativi che ci troviamo ad affrontare, il terrorismo, l'instabilità e i flussi di profughi che interessano il Mediterraneo e il Medio Oriente derivano da vuoti politici ed istituzionali che hanno dato spazio a poteri illegittimi, criminali e terroristici». La genesi delle crisi «è molto complessa e affonda le radici in profondi conflitti geopolitici, etnici, confessionali ed economici nella regione, ma non vi è estranea una responsabilità dell'Occidente e dell'Europa che non hanno colto l'opportunità di influire positivamente sul corso degli eventi attraverso strategie credibili e politiche comuni», ha aggiunto.

Napolitano: reagire anche sul piano dei valori
«La sfida su cui concentrarsi è quella rappresentata dall'aspetto del fanatismo religioso che nel caso del fondamentalismo islamico fa tutt'uno con uno spietato disegno destabilizzante e distruttivo di dominazione mondiale di cui si è fatto portatore il cosiddetto Isis», ha sottolineato il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Il presidente emerito ha auspicato una reazione al terrorismo fondamentalista che insista «sul piano dei valori, dei principi regolatori della convivenza umana e delle concezioni dell'ordine mondiale». E ha sottolineato che «questo è compito della cultura, della politica non solo delle chiese. È un grande compito di carattere ideale a cui non ci si può sottrarre magari rifugiandosi soltanto, come ha già osservato il presidente Grasso, nell'ordine delle risposte di emergenza e di difesa di tutela della sicurezza di cittadini e delle istituzioni in tanti paesi del mondo». Giorgio Napolitano ha invitato a confrontarsi «anche sul tema delle diverse letture del corano e delle diverse tradizioni e prassi religiose e politiche nei paesi di prevalente fede musulmana respingendo un'interpretazione schematica di questa grande fonte di fede e di culto religioso».

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