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Statue coperte, indagine del governo

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Statue coperte, indagine del governo

  • –Gerardo Pelosi

ROMA

Ora l’attenzione di tutti è puntata sulle parti intime dei nudi di marmo che decorano l’ingresso di Villa Madama, sulle pendici di Monte Mario. È proprio lì che Matteo Renzi accoglierà questa sera, per una cena privata (con interessanti risvolti economici) l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad bin Khalifa Al-Thani. Sul cosa fare c’è stato ieri a Palazzo Chigi un vero consulto per evitare di fare il “bis” dopo le “pannellature” messe a coprire i nudi dei musei capitoli l’altra sera per non offendere la sensibilità del presidente iraniano Hassan Rohani, orami un “caso” dal quale si sfilano il premier Renzi e il ministro Dario Franceschini ma di cui parla tutta la stampa del mondo con toni che vanno dall’irrisione allo sdegno come gli israeliani che nel quotidiano Haretz ricordano che le statue di Roma sono state coperte solo in due occasioni: nel ‘38 per la visita di Hitler e ora per Rohani.

Sarà stata l’assenza da Roma dell’esperto consigliere diplomatico di Renzi Armando Varricchio (in questi giorni a Tokio per preparare il prossimo G7 giapponese) o la mancanza di sensibilità politica e la scarsa conoscenza delle lingue della responsabile del cerimoniale di Palazzo Chigi, Ilva Sapora (dopo la presidenza Letta ha assorbito anche le competenze prima assegnate a un diplomatico), sta di fatto che ormai sarà un’indagine interna avviata dal segretario generale di Palazzo Chigi, Paolo Aquilanti a stabilire le precise responsabilità in questa vicenda che già si presenta come un raffinato esercizio di “scaricabarile”. Un’altra indagine, nelle stesse ore, la sta conducendo anche il commissario prefettizio del Comune di Roma, Francesco Paolo Tronca che, dopo la poco edificante era Marino, tutto vuole tranne che vedere associato il proprio nome ad una “megagaffe” di proporzioni internazionali. Tronca avrebbe infatti chiesto una relazione scritta sull’episodio al sovrintendente capitolino, Claudio Parisi Presicce che in più dichiarazioni ha ricordato che l’evento è stato «interamente gestito dal Cerimoniale di Palazzo Chigi».

Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, ha liquidato l’episodio in poche battute dando tutta l’impressione di cadere dalle nuvole. «Coprire le statue dei Musei Capitolini è stata una scelta incomprensibile – ha detto Franceschini mentre accompagnava Rohani nella visita al Colosseo - né io né Renzi eravamo informati su questa scelta. Ci sarebbero stati tanti altri modi per non andare contro la sensibilità di un ospite così importante». Ma il portavoce di Renzi, ieri nel tradizionale sms serale, parlava di «decisione presa dal Cerimoniale» non solo per «rispetto nei confronti del presidente iraniano» ma anche per «protezione e tutela di varie opere d’arte esposte al passaggio della corposa delegazione». E comunque, «un eccesso di zelo che non è stato apprezzato dai piani alti di Palazzo Chigi».

Il presidente iraniano ha fatto di tutto ieri per minimizzare il caso liquidandolo come «una questione da giornalisti» sul quale «non ci sono stati contatti». «Posso dire solo – ha osservato Rohani - che gli italiani sono molto ospitali, cercano di fare di tutto per mettere a proprio agio gli ospiti, e li ringrazio per questo». Episodio comunque «imbarazzante» secondo il New York Times che «sembra essere un primo esempio di scontro di civiltà». Un «errore» secondo il tedesco Bild perché «coprire quelle statute è come dire ai propri consanguinei: io non vi conosco».

Argomento comunque succulento per la polemica politica. Sul suo blog Beppe Grillo di Cinque Stelle scrive: «Hanno coperto le opere d’arte ai musei capitolini e hanno coperto l’Italia di vergogna; barbari, incompetenti e pure ipocriti». Per il leghista Roberto Calderoli «una preoccupante dimostrazione che in Italia ormai ci stiamo sottomettendo alle imposizioni dell’integralismo islamico». E per l’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli «aver coperto le statue dei Musei Capitolini è stata una profanazione della cultura, un sacrilegio, una pazzia assoluta, un fatto di una gravità colossale, che rimarrà nelle guide turistiche». Ma si tratta solo del frutto di «un cortocircuito burocratico perché ne il premier nè il ministro ne sapevano niente».

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