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Pulvirenti, ascesa e caduta di un imprenditore venuto dal nulla

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ritratto di antonino pulvirenti

Pulvirenti, ascesa e caduta di un imprenditore venuto dal nulla

Ha costruito un impero economico arrivando dal nulla. Un mito per tutti i capitalisti, un modello per chiunque ha un sogno imprenditoriale nel cassetto. Un uomo che nel 2006 arriva a conquistare le pagine patinate di Capital che lo elegge imprenditore siciliano dell'anno. Arrivato nel paradiso del capitalismo, partito da Belpasso in provincia di Catania, è precipitato nell'inferno dei fallimenti travolto dalle inchieste giudiziarie. Non lo hanno salvato i buoni rapporti che usava intrattenere con i giudici del Tribunale di Catania, assidui frequentatori dello stadio Massimino.

Antonino Pulvirenti, ragioniere, 54 anni, l’uomo che con Wind Jet ha sognato di competere nel mondo con i grandi del trasporto aereo low cost, passerà alla storia più per come è precipitato che per il “magnifico” decollo che ha caratterizzato i primi anni della sua carriera imprenditoriale. L’arresto di oggi è solo l’ultimo capitolo della sua vicenda giudiziaria. L’imprenditore che sin da quando praticava il calcio tra i dilettanti del Belpasso sognava lo scudetto per il Catania Calcio e che è quasi riuscito a portare nell’Olimpo dello sport più popolare al mondo la squadra etnea, già l’anno scorso era finito agli arresti domiciliari con l’accusa frode sportiva.

La scalata al mondo del calcio era cominciata nel 1999 quando con l’Acireale Pulvirenti è sbarcato nel mondo dei professionisti, fino al 2004 quando dai Gaucci acquista per 15 milioni il Catania e arriva il grande salto nel calcio che conta: riporta la squadra in serie A, con un successo che meraviglia persino i catanesi, crea il centro sportivo Torre del Grifo alle pendici dell’Etna, puntando a creare una società moderna, evoluta e soprattutto produttiva. Un investimento, quello del centro sportivo, da 50 milioni di euro di cui venti concessi dal Credito sportivo. Dove sia arrivato è ormai noto. Ma lo si poteva intuire, forse. Dall’acquisto del Catania nascono due processi: uno per evasione fiscale e l'altro per frode fiscale.

Mentre avvia la scalata al grande calcio, Pulvirenti mette in moto anche quella nel mondo degli affari. Con Wind Jet, prova ad avere successo nel mondo dei voli low cost, puntando a riuscire lì dove Luigi Crispino, un altro siciliano della provincia di Catania, con Air Sicilia, aveva fallito. La formula era la stessa, ma Pulvirenti sembrava più accorto . E invece, si è scoperto dopo, Pulvirenti riusciva a garantire basse tariffe solo rimettendoci: le cronache raccontano che è riuscito a portare in giro per l’Italia e l’Europa fino a tre milioni di passeggeri ma raccontano anche di perdite secche: 1,8 milioni di euro nel 2009; 3,1 milioni nel 2010; 15 milioni nel 2011. Fino ad arrivare a un debito consolidato di 180 milioni. Un botto esploso il 12 agosto del 2012 quando gli aerei di Wind Jet lasciano a terra migliaia di passeggeri. E la compagnia è costretta ad ammettere: «Non abbiamo i soldi per pagare il carburante».

Non solo aerei però, negli affari di Pulvirenti: ci sono poi i supermercati, con una catena di hard discount, creata a partire sempre da Belpasso, il paese che è noto anche per essere stato il territorio di potere di un altro Pulvirenti, detto u malpassotu, uomo di fiducia del capomafia Benedetto Santapaola detto Nitto: con il marchio Fortè, Antonino arriverà ad essere il proprietario di 85 punti vendita aperti in tutto il Mezzogiorno, ma soprattutto in Sicilia. Dalla Gdo alla ristorazione il passo è breve. Così Pulvirenti crea Sorsy e Morsy, catena di ristorazione con locali tra Palermo, Catania e Caltanissetta, e nel contempo acquista due alberghi di lusso a Taormina con stanze da 720 euro a notte. E poi ci sono gli investimenti nella chimica con l’apertura nell'area di Gela per la produzione di detersivi. Di tutto rimane solo la storia di un uomo che da ragioniere non ha saputo fare i conti con la giustizia.

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