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Family Day, la ridiscesa in campo dei cattolici «identitari»

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l’analisi

Family Day, la ridiscesa in campo dei cattolici «identitari»

Sul maxi schermo prima (e dopo) della manifestazione vanno immagini di famiglie tradizionali e felici, e spezzoni di Don Camillo, che incita a votare contro Peppone, «perché nell'urna Dio vi vede e Stalin no!». Va in scena al Circo Massimo il Family Day in versione attualizzata, molte persone sotto un'infinità di bandiere di associazioni e parrocchie, famiglie, bambini, sacerdoti in alta uniforme tradizionalista ma anche frati in saio azzurro e anche un arcivescovo, noto per le sue posizioni in difesa dei deboli, ma che quando è in ballo l'architrave della famiglia cattolica tradizionale non arretra di un centimetro.

Un universo multiforme che rappresenta abbastanza fedelmente il mondo dei cattolici praticanti identitari, tra cui sono spiccati i Neocatecumenali, che hanno ballato in ampi spazi dentro la spianata, e Rinnovamento dello Spirito. Sul palco in rapida successione parlano i rappresentanti delle organizzazioni e associazioni che hanno dato vita a questa manifestazione contro un progetto di legge del Parlamento, da respingere in toto, «senza se e senza ma» (slogan coniato in altri contesti, ma che ora conosce una nuova giovinezza). Gli animatori del Family Day lanciano messaggi chiari sulla fermezza delle posizioni: «Non è una piazza contro» viene ripetuto, ma nei fatti l'unico scopo è dare una spallata ad un progetto di legge e quindi anche alle unioni civili pure con un ipotetico stralcio dell'articolo 5 sulle adozioni.

«#Renziciricorderemo» è lo striscione, citato a ripetizione, emblematico, un messaggio politico che guarda alle amministrative al referendum sull'Italicum. Sotto il palco diversi politici di centro destra tra Forza Italia e Ncd (per il Pd avvistato Beppe Fioroni), e più in là nella spianata del Circo Massimo qualche esponente della destra estrema di Casapound. Papa Francesco viene citato un po' alla fine, molto più spesso evocato Giovanni Paolo II (ignorato Benedetto XVI): nessun richiamo alle posizioni dei vescovi, tutti rispettano questa avvertenza, anche se è chiaro che il vero padre spirituale del Family Day è ancora il cardinale Ruini, artefice delle piazze vittoriose del 2005 e del 2007.

«Le autorità ci dicono che ormai siamo due milioni, là in fondo dietro alla Fao ci sono diverse centinaia di migliaia di persone che sono assiepate, e chiedo alle forze dell'ordine di favorire il loro afflusso» dice il leader del Family Day Massimo Gandolfini, tra grida, applausi e bandiere al vento. La piazza è davvero piena, ma dietro la Fao (dieci minuti dopo l'annuncio, il tempo di arrivare) non c'erano gruppi di partecipanti e tutta l'area delle Terme di Caracalla, compreso lo spiazzo davanti al palazzo Fao, era sgombro. Una stima dell'afflusso è difficile, perché diverso gruppi sono arrivati presto la mattina e andati via quando ancora la kermesse era in corso, ma un dato è certo: il Circo Massimo è 73mila metri quadrati, e calcolando quattro persone a metro si tocca 300mila. Cifre molto alte furono dichiarate anche in altre occasioni di manifestazioni al Circolo Massimo, anche quelle incompatibili con le leggi della fisica.

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