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No del Family day alla legge sulle unioni civili

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No del Family day alla legge sulle unioni civili

  • –Carlo Marroni

ROMA

«Il ddl Cirinnà sia totalmente restituito: non bastano operazioni di maquillage». Il messaggio finale del Family Day è chiaro e le molte migliaia di persone che ieri pomeriggio hanno affollato il Circo Massimo applaudono il leader, Massimo Gandolfini. La manifestazione contro il progetto di legge sul riconoscimento delle unioni civili e l’annessa norma sulla “stepchild adoption” – il vero nodo contestato dalla Chiesa - ha portato in piazza un variegato mondo dell’associazionismo cattolico più identitario e attivista – tra cui Neocatecumenali e Rinnovamento - ma anche diversi esponenti politici, quasi esclusivamente di centrodestra. Uno striscione su tutti dominava: «Renzi ci ricorderemo», concetto ripetuto dai molti oratori che si sono succeduti sul palco, spesso con toni molto accesi. La prossima settimana il progetto di legge entra nel voto, e la situazione politica vedrà salire la pressione al massimo. «Quando tante persone scendono in piazza per esprimere con civiltà le proprie opinioni è segno che la democrazia è viva. È successo oggi come è successo la scorsa settimana» ha detto Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, che aggiunge: «Compito della politica è ascoltare tutti, confrontarsi con tutti e poi assumersi la responsabilità della decisione. Sulle unioni civili c’è e ci sarà un dibattito largo e approfondito e poi il Parlamento voterà». Parole chiare che ribadiscono come «il Pd è determinato ad allargare il campo dei diritti, così come ha già lavorato e continuerà a farlo per promuovere politiche di sostegno alla famiglia, continuando nella strada intrapresa con la riduzione delle tasse alle famiglie italiane (80 euro, cancellazione tassa sulla prima casa), con il bonus bebè, con le misure di contrasto alla povertà. Ricerchiamo un ampio consenso ma siamo altrettanto convinti che è giunto il momento di decidere e lo faremo». Accanto al Family Day “Difendiamo i nostri figli” si è schierato il ministro dell’Interno Algelino Alfano, che al Viminale ha ricevuto Gandolfini, assieme al neo ministro Enrico Costa: «Piena adesione agli obiettivi della manifestazione» ha postato su twitter. «Il poltronaro ipocrita Alfano alle persone del Family Day: “Sono con voi”. E intanto sostiene il governo delle adozioni gay» ha scritto in un tweet il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini. Gandolfini parla di «due milioni di persone» al Circo Massimo, che tuttavia in base alla legge dei numeri ne può contenere al massimo 300mila visto che si estende su 73mila metri quadri, e nelle aree restrostanti, quindi attorno al Palazzo della Fao e nell’area delle Terme di Caracalla non c’erano manifestanti. Ma comunque l’area era piena e tantissime le famiglie con figli, ma anche sacerdoti e un arcivescovo (ufficialmente non c’era il patrocinio dell’episcopato, diversamente dal 2007). «Aprite gli occhi - ha detto Gandolfini - e guardate tra i politici chi sono coloro che ci stanno aiutando e coloro che ci oscurano. Quando eserciteremo il diritto di voto - ha ribadito Gandolfini dal palco circondato dallo striscione con la scritta a caratteri cubitali «Vietato rottamare la famiglia» - guarderemo bene la persona che stiamo votando anche alle regionali o comunali, se sia una persona che ha il nostro comune sentire oppure no», ha sottolineato Gandolfini ricordando anche la vicenda dei sindaci che hanno appoggiato e quelli che hanno rifiutato le trascrizioni delle unioni civili di persone dello stesso sesso. «Una piazza straordinaria», il Pd deve ascoltarla, ha detto Giuseppe Fioroni, unico esponente di spicco presente del partito di maggioranza. Pochi i commenti da parte dell’episcopato (il cardinale Angelo Scola ha parlato di «piazza aperta al confronto») e l’Osservatore Romano ha descritto la manifestazione come «partecipazione ampia e trasversale, espressione di tutte le anime della società italiana».

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