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Visco: banche solide, bail-in da rivedere

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Visco: banche solide, bail-in da rivedere

  • –Rossella Bocciarelli

torino

«Le banche italiane sono ben patrimonializzate, anche grazie all’azione prudente e pressante della Vigilanza italiana e, da più di un anno della vigilanza europea». E quanto ai crediti deteriorati che gravano nei loro bilanci, «sono ampiamente coperti da svalutazioni e garanzie» mentre la crescita, che quest’anno e nel 2017 potrebbe attestarsi all’1,5%, favorisce una ripresa della redditività, tanto per le banche quanto per le imprese. Nel suo intervento al Forex di Torino, il governatore della Banca d’Italia rassicura gli operatori finanziari, con i nervi un po’ scossi per effetto di quei movimenti bruschi dei mercati azionari avvenuti nelle ultime settimane.

Scivoloni di borsa sui quali hanno influito, ricorda Ignazio Visco, «oltre alle incertezze sul quadro internazionale, dubbi e preoccupazioni emersi sulla qualità degli attivi, connessi anche con la lettura allarmistica di una richiesta puramente informativa della Vigilanza europea». I fondamentali delle banche italiane, dice chiaramente Visco, non giustificano queste reazioni. E rafforzare la fiducia, che è «l’essenza della stabilità bancaria», è «un obiettivo interamente alla nostra portata: purché ci sia uno sforzo congiunto, che coinvolga banche, autorità di vigilanza e di controllo, Governo».

Insomma, serve un gioco di squadra. Anche per riuscire a ottenere che l’Europa corregga quelle regole europee ad applicazione immediata e retroattiva di «condivisione degli oneri» e di «salvataggio interno» che in caso di crisi bancaria coinvolgono anche i risparmiatori: due normative, il burden sharing e il bail-in, che avrebbero avuto bisogno di un periodo transitorio di applicazione e che, nonostante le obiezioni espresse a Bruxelles dal Tesoro e dalla Banca d’Italia, è stato necessario applicare in modo traumatico, per risolvere la crisi delle quattro banche locali. Un processo quello delle quattro banche poste in risoluzione (Banca Marche, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, Cassa di risparmio di Ferrara, Cassa di risparmio di Chieti) che «è stato avviato in assenza di soluzioni alternative di mercato». La Banca d’Italia ha agito «con attenzione e tempestività nel rispetto delle norme esistenti» ha sottolineato il Governatore cogliendo l’occasione dell’incontro al Forex club anche per un’operazione-verità sulla vicenda. Il numero uno di Bankitalia ha ricordato che al dissesto delle quattro aziende di credito che nell’insieme detenevano l’1% dei depositi bancari italiani, hanno contribuito, oltre al peso dei prestiti cattivi originati dalla recessione, anche «gravi fenomeni di mala gestio». E ha rimandato, per la ricostruzione puntuale e dettagliata dell’azione di vigilanza, a una serie di documenti che ieri Bankitalia ha messo sul suo sito on line (si veda pagina 4).

Ieri Visco ha indicato anche un possibile “passaggio a Nord Ovest“ per l’azione italiana di politica creditizia in Europa: la direttiva europea per le risoluzioni bancarie, ha spiegato, infatti «contiene una clausola che ne prevede la revisione, da avviare entro giugno 2018. È auspicabile che questa occasione sia ora sfruttata, facendo tesoro dell’esperienza, per meglio allineare la disciplina europea con gli standard internazionali». Nel frattempo, dice il governatore «tra le iniziative che il sistema bancario italiano deve considerare per contenere i costi di una crisi per i risparmiatori rientra la predisposizione di meccanismi volontari di intervento, aggiuntivi rispetto ai sistemi obbligatori di garanzia per i depositanti». Solo in questo modo, in base alle norme attuali, si evita di incappare nell’interpretazione rigida delle norme sugli aiuti di stato che, in caso di difficoltà, impongono schema di risoluzione e bail in, per tutti. Utilizzare questa strada, secondo Visco comporterebbe per le banche italiane la possibilità di agire in un contesto di maggiore stabilità finanziaria.

Poi, il governatore ha spiegato che lo schema Gacs (la garanzia di stato a pagamento sui non performing loans)potrà agevolare il riequilibrio dei bilanci italiani, mentre si possono fare progressi normativi anche su altri fronti(norme di revisione della legge fallimentare, nuove misure sull’organizzazione dei tribunali) per far sì che si riduca più rapidamente l’incidenza delle sofferenze bancarie sul complesso dei prestiti.

La ripresa, certamente, darà una mano. Tuttavia, ha aggiunto, bisogna tenere a mente che l’Italia sta uscendo da un periodo di recessione di intensità eccezionale «più grave della stessa depressione degli anni Trenta», anche se «il sistema bancario, pur colpito, si è retto sulle proprie gambe» e adesso potrà concentrarsi su un'azione di contenimento dei costi. Bisogna infatti tenere a mente, avverte Visco, che ci vorrà del tempo per smaltire quel fardello di crediti deteriorati, attualmente pari a 360 miliardi, ovvero il 18 per cento degli impieghi.

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