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L’ex Br Faranda invitata alla Scuola della magistratura, tra le toghe…

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per un corso sulla giustizia riparativa

L’ex Br Faranda invitata alla Scuola della magistratura, tra le toghe scoppia la polemica

Adriana Faranda e Franco Bonisoli, ex terroristi e militante di primo piano delle Brigate Rosse durante gli Anni di piombo, invitati ad un corso di formazione per i giudici su «Giustizia riparativa e alternative al processo e alla pena» in programma da domani alla Scuola della magistratura a Scandicci. È questo il casus belli che nelle ultime ore ha scatenato le polemiche sul fronte della giustizia, polemiche che in prima battuta hanno infuocato le mailing list delle toghe, ma approdate ben presto alla politica e alle istituzioni.

L’indignazione della figlia di Guido Galli
Tra i primi a scagliarsi contro l'invito all'ex postina delle Br durante il sequestro Moro è Alessandra Galli, figlia di Guido Galli, magistrato ucciso da Prima Linea negli Anni 80. «Sono più che amareggiata. Attonita», ha scritto spiegando: «Sono sinceramente sconcertata non certo per l'argomento dell'incontro ma per la decisione di invitarvi Adriana Faranda. Bene discuterne, anche in questa sede, ma con studiosi, con chi ha avuto un percorso di riavvicinamento come Milani o Agnese Moro, ma è inaccettabile il dialogo in una sede istituzionale come questa con chi ha ucciso per sovvertire lo Stato e la Costituzione alla quale noi, come magistrati abbiamo giurato fedeltà». «Mi chiedo: perché non sono state invitate anche vittime che hanno un approccio diverso al problema. e tante ce ne sono, io per esempio ed anche altri orfani di magistrati uccisi», ha aggiunto Alessandra Galli.

Spataro: peplesso per presenza di ex brigatista in aula
«Le mie perplessità non sono affatto collegate all'oggetto del corso, ma alla presenza di ex terroristi in una Scuola di formazione per magistrati», ha commentato invece il procuratore di Torino Armando Spataro, mentre Elisabetta Casellati consigliere laico del Csm parla di «ribaltamento di ruoli inaccettabile» per cui «una persona che ha avuto una parte da protagonista nel sequestro di Aldo Moro salga in cattedra in un consesso di rilievo istituzionale». Tanto più quando decisioni così delicate, che incidono anche sulla sensibilità dei parenti delle vittime delle Brigate Rosse, vengono prese senza che il Csm ne venga informato - osserva Casellati - Certo è che se la presenza a Scandicci di Adriana Faranda e dell'altro ex br Franco Bonisoli ha scatenato tante polemiche vuol dire che su un'iniziativa così importante ci sarebbe voluta più attenzione e meno leggerezza».

Legnini (Csm): il comitato direttivo della scuola rivaluti la scelta
Sconcertati anche il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, che in una nota congiunta firmata anche dal primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio e il Pg del Palazzaccio Pasquale Ciccolo esprime «dissenso per la decisione della Scuola della magistratura, appresa da notizie di stampa, di invitare a un prossimo incontro di formazione dei magistrati italiani ed europei Adriana Faranda e Franco Bonisoli». L’auspicio è quindi che che il Comitato direttivo della Scuola «voglia rivalutare l'opportunità di tale scelta».

Centrodestra all’attacco
A reagire è anche la politica, e non poteva essere altrimenti. Pur rispettando l'autonomia della magistratura, il presidente della Commissione d'inchiesta sul caso Moro, Giuseppe Fioroni ricorda che «la giustizia riparativa parte dalla verità e non da bugie o da racconti verosimili». Il Paese, aggiunge, «aspetta di sapere cosa accadde durante i 55 giorni e l'esatto susseguirsi degli eventi nelle ore che segnarono tragicamente la vita di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta. Verità e rispetto per la sofferenza dei familiari delle vittime: per me questi due imperativi etici vengono prima di tutto». Per il coordinatore fiorentino di Forza Italia e vicepresidente del Consiglio regionale toscano Marco Stella l’invito agli ex terroristi rappresenta «un'offesa inaccettabile», e la vicenda è ancora più grave perchè segue di pochi giorni il trentesimo anniversario dell’assassionio dell'ex sindaco di Firenze Lando Conti trucidato da un commando delle Brigate Rosse nel 1986, «un omicidio rimasto senza colpevoli».

Onida: «Non capisco le reazioni, nessuno scandalo»
Difende invece la scelta della Scuola il suo presidente ed ex giudice costituzionale Valerio Onida, che non vede alcuno scandalo nell’invito perchè si tratta di un corso sulla giustizia riparativa «in cui si inserisce il racconto di un'esperienza particolare e molto seria, che ben si presta a stimolare la riflessione in una sede come quella della Scuola della magistratura». «Non capisco le reazioni», aggiunge spiegando che la partecipazione di Faranda e di Bonisoli ma anche di familiari delle vittime del terrorismo (Agnese Moro, Sabina Rossa e Manlio Milani), servirà per «parlare di una esperienza che ha coinvolto diverse persone, tra parenti delle vittime e colpevoli, che da anni si sono ritrovati per parlare e comunicare su base volontaria». Chi protesta, conclude Onida, sembra pensare che «la Scuola della magistratura non possa essere aperta a ”simboli del male”, ma questa è una concezione feticistica».

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