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Roma e Milano, centrodestra in alto mare

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Roma e Milano, centrodestra in alto mare

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Silvio Berlusconi fa sapere di essere soddisfatto. Il vertice post derby di domenica sera con Matteo Salvini e Giorgia Meloni «è andato molto bene». Il Cavaliere assicura che i «nomi» dei futuri candidati del centrodestra alle amministrative di giugno ci sono già, anche se è ancora «prematuro» annunciarli. Già perché per quanto si siano registrati «passi avanti», l’accordo in realtà ancora non c’è, né a Milano né a Roma. Mentre per Torino sembra ormai fatta per il forzista Osvaldo Napoli, così come per la leghista Lucia Borgonzoni a Bologna e l’azzurro Giovanni Lettieri a Napoli.

Il countdown scatterà non appena sarà noto il vincitore delle primarie del centrosinistra a Milano, che si terrà nel fine settimana e nelle quali sono in corsa l’ex commissario di Expo Giuseppe Sala, la vicesindica uscente Francesca Balzani e l’assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino. Se dovesse vincere Sala, il nome che Berlusconi vorrebbe contrapporgli è quello di Stefano Parisi. Salvini non si mette di traverso («un buon nome») anche se non ha ancora sciolto la riserva.

Molto più complicata la partita romana. E non solo nel centrodestra. Anche la candidatura del M5s è ancora in alto mare. Mentre per le primarie del centrosinistra, dopo il renziano Roberto Giachetti, ieri è sceso in campo anche l’ex assessore all’urbanistica della giunta Veltroni Roberto Morassut, che dichiara di non essere «il candidato della minoranza» dem e lancia un appello affinché non ci siano divisioni nello schieramento (il dalemiano Massimo Bray invece ha fatto sapere che non parteciperà alle primarie).

Divisioni che invece permangono nel centrodestra anche se sembra riprendere leggermente quota l’ipotesi Alfio Marchini. La gravidanza di Giorgia Meloni rende assai improbabile l’eventuale candidatura della leader di Fdi. Meloni continua a essere contraria a convergere sull’imprenditore romano ma non è da escludere che se la sua candidatura avvenisse attraverso un’investitura dal basso, con le primarie la posizione potrebbe essere rivista. È quel che dice anche Francesco Storace che, dopo aver annunciato la sua candidatura a sindaco, a proposito di Marchini ha aggiunto: «Lui non sta nel centrodestra e non si è voluto ancora schierare. Se decide di candidarsi alle primarie e il popolo lo vota, poi va sostenuto».

Anche perché non convince neppure l’ipotesi Guido Bertolaso perorata da Berlusconi ma presa con le molle da Salvini e Meloni, preoccupati dalla pendenza delle inchieste giudiziarie sull’ex capo della Protezione civile. Se ne riparlerà nelle prossime settimane. Bertolaso comunque ha già fatto sapere che scioglierà la riserva solo davanti a un convinto sostegno di tutte le componenti del centrodestra. Una condizione che al momento non si è ancora realizzata. Non a caso la manifestazione con cui il centrodestra voleva avviare a Roma il 20 febbraio la campagna elettorale è stata rinviata a data da destinarsi.

Tutti sostengono che «decisivo» è non presentarsi divisi davanti agli elettori, per potersi aggiudicare il ballottaggio a cui si dà per scontato andranno i grillini. Il posto mancante se lo giocheranno centrodestra e centrosinistra. Per ora la sinistra resta divisa. L’area che fa riferimento a Fassina e all’ex sindaco Ignazio Marino non è intenzionata a ricompattarsi con gli ex compagni del Pd. Anche a destra però si corre lo stesso rischio. Marchini ha infatti l’appoggio dell’ex Ncd ed ex Pdl Andrea Augello e i sondaggi lo danno attualmente attorno al 10%. Chi tra le due coalizioni riuscirà a perdere meno pezzi si potrà assicurare il ballottaggio e forse la poltrona di sindaco. Soprattutto se i grillini dovessero puntare su un candidato non particolarmente forte.

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