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Caso Quarto, Fico: «Mai saputo di ricatti, minacce o…

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IN COMMISSIONE ANTIMAFIA

Caso Quarto, Fico: «Mai saputo di ricatti, minacce o estorsioni»

«Io non ho mai saputo di ricatti, minacce o estorsioni, l’ho detto al pm e lo ripeto qui. Il sindaco di Quarto non mi ha mai detto di minacce o ricatti, né mi ha mai trasferito quella sensazione. Né io ho la palla di vetro». Così Roberto Fico (M5S) in commissione Antimafia respinge di essere stato consapevole per tempo del caso scoppiato a Quarto. «Io a luglio sono stato chiamato dal sindaco per una riunione con tutti i consiglieri comunali; c’erano contrasti con Giovanni De Robbio, non volevano diventasse presidente del Consiglio comunale. Io dissi che era importante la figura del presidente e che ci fosse fiducia, che questa poteva riconquistarsi in futuro, ma ho aggiunto che stava a loro la decisione».

Espulsione solo alla notizia dell’indagine
In quella sede il sindaco riferì che De Robbio aveva una idea di privatizzazione per lo stadio e che voleva presentarle alcuni imprenditori. Ma è ancora Fico a dire che «era normale amministrazione, una riunione come le altre, niente di più né di meno. Non c’erano a luglio gli elementi per procedere all’espulsione». In caso diverso si sarebbe agito subito. «Nel momento in cui il 1° dicembre sono stato informato dal sindaco Capuozzo che c’era anche una indagine su De Robbio, ho chiesto di procedere con la procedura d’espulsione».

Grillo e Casaleggio non informati a luglio
E «della riunione di luglio né Grillo né Casaleggio sono stati informati, era normale amministrazione», aggiunge Fico. «Non riteniamo Rosa Capuozzo una camorrista, anche solo associare la camorra al sindaco mi dispiace».

Mai interferito con le scelte locali
«Non ho mai suggerito un assessore o interferito con le scelte di un Comune, non è una procedura prevista dai Cinque Stelle». Roberto Fico in audizione risponde poi a una domanda del vicepresidente dell’Antimafia Claudio Fava. «Gli assessori devono essere competenti, liberi, trasparenti, onesti, se sono di quel territorio o no per me non è influente».

La tv è un mezzo pericoloso
«Viviamo in un momento terribile per il giornalismo: la tv è un mezzo pericoloso, crea sudditanza psicologica mentre i cittadini non devono sentirsi sudditi di nessuno». Per Roberto Fico - che è anche presidente della Vigilanza Rai - «il giornalista deve avere grande onestà intellettuale, deve essere come il medico; nel caso Quarto si è voluto infangare, senza riuscirci. Serve una riflessione ampia, un cambiamento culturale».

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