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Egitto, ritrovato morto Regeni

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Egitto, ritrovato morto Regeni

  • –Carmine Fotina

il cairo

È stato trovato nella serata di ieri il cadavere di Giulio Regeni, il giovane italiano scomparso al Cairo lo scorso 25 gennaio. Lo studente sarebbe stato trovato morto in un fosso alla periferia della città. Le circostanze, nella tarda serata di ieri, erano ancora da chiarire.

Lo studente di 28 anni, originario di Fiumicello, in provincia di Udine, era scomparso nella capitale egiziana nel giorno del quarto anniversario dello scoppio della rivolta a piazza Tahir. Quel giorno, nella capitale, si era tenuta una serie di manifestazioni di protesta contro il regime militare presieduto da Abd al-Fattah al Sisi. L’ultima volta che è stato visto, Regini saliva su una metropolitana intorno alle 20 locali.

«Il governo italiano - ha fatto sapere la Farnesina - ha richiesto alle autorità egiziane il massimo impegno per l’accertamento dei fatti, anche con l’avvio immediato di un’indagine congiunta con la partecipazione di esperti italiani». Fonti della sicurezza egiziana al Cairo avevano escluso nei giorni scorsi che Regeni fosse detenuto dalle forze dell’ordine locali.

Il giovane era iscritto all’Università di Cambridge, dipartimento di studi politici internazionali, ed era specializzato in conflitti e processi di democratizazione. Viveva temporaneamente in Egitto per un dottorato di ricerca. I genitori del ragazzo si trovavano ieri sera all’ambasciata del Cairo, assistiti dall’ambasciatore Maurizio Massari e dal ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi che ha immediatamente sospeso la missione economica che era iniziata in mattinata con circa 40 aziende al seguito.

Poche ore prima del ritrovamento del corpo di Regini, la stessa Guidi aveva parlato del caso con al-Sisi in un incontro privato a margine del summit tra il presidente e l'intera delegazione italiana. Al-Sisi aveva assicurato la sua «personale attenzione» sulla vicenda.

Nel suo primo e unico giorno, prima dell’epilogo drammatico, la missione aveva mostrato che opportunità ed ostacoli sul mercato egiziano si intrecciano. Ieri è arrivato l'annuncio di una commessa da 1,4 miliardi di dollari per l’ammodernamento di una raffineria affidata alla Technip Italia, accompagnato però dalla sensazione diffusa tra diversi imprenditori che l’Egitto del presidente Abd al-Fattah al-Sisi stia intraprendendo una strada lastricata di protezionismo, come dimostrano le recenti misure sul registro degli esportatori e sul vincolo del 40% di contenuto locale per chi vince una commessa pubblica.

Tra le novità emerse ieri c’è la finalizzazione in corso della maxi commessa alla Technip Italia (la capogruppo è francese) per l' upgrade della raffineria di Midor nei pressi di Alessandria, operazione che per una quota di 1,2 miliardi avrà il supporto assicurativo-finanziario di Sace come confermato dall’ad Alessandro Castellano. Il ministro Guidi - dopo gli incontri con Al-Sisi e il premier Sherif Ismail - annovera tra le operazioni con buone possibilità di chiudersi a breve anche quelle di Fincantieri e Tecnimont preannunciate (per un valore totale di quasi 1,7 miliardi) dopo la Conferenza di Sharm. Vicina al traguardo anche una nuova doppia commessa per Ansaldo Energia, per 220 milioni. Altri contratti, pur “promessi” all’Italia, come quello per 500 imbarcazioni da pesca, sarebbero bloccati. Così come restano in atto i contenziosi con Italgen (gruppo Italcementi) e Intesa Sanpaolo su cui pende il rischio di rinazionalizzazione della Alexbank acquisita nel 2006. Licia Mattioli, presidente del comitato tecnico di Confindustria per l’internazionalizzazione, dal canto suo ha ribadito l’interesse delle nostre imprese ad ampio raggio, a partire dai nuovi distretti della manifattura (arredamento e pelle).

È stato invece direttamente al-Sisi a invitare l’Italia a investire nei sei porti che nasceranno intorno al canale di Suez raddoppiato e ad accelerare la messa in produzione del maxi giacimento di gas Zohr scoperto da Eni lo scorso agosto.

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