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Bankitalia, chiuse tutte le 11 procedure di crisi

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Bankitalia, chiuse tutte le 11 procedure di crisi

  • –Isabella Bufacchi

Il 31 gennaio scorso, la Banca di credito cooperativo di Terra D’Otranto è tornata in gestione ordinaria con un nuovo cda: una chiusura indolore per i creditori, la fine di una procedura di amministrazione straordinaria sotto la guida della Banca d’Italia. La stessa sorte, positiva per i creditori-risparmiatori di banche in stato di crisi, è toccata alle altre 10 situazioni di amministrazione straordinaria pendenti a fine anno e ora definite e risolte da Via Nazionale, in modo da garantire la continuità dei servizi bancari e soprattutto la piena tutela dei depositanti.

A esclusione delle quattro banche recentemente in risoluzione (Cari Ferrara, Banca Marche, Cari Chieti e Popolare Etruria), e dopo il clamore suscitato dalle perdite sui bond subordinati imposte dalle nuove procedure europee, la Banca d’Italia ha dipanato tra fine anno e inizio 2016 la matassa di 11 situazioni di banche in difficoltà, dalla piccolissima Banca Popolare delle Province Calabre - un istituto di credito monosportello - alla ben più grande Bcc Padovana. Tutti casi che erano rimasti in sospeso e che, sia pur di dimensioni non grandi e non sistemiche, sono infine ricaduti nel quadro del nuovo meccanismo europeo di risoluzione, della stretta sugli aiuti di Stato della DG concorrenza a Bruxelles, e dell’avvio di procedure europee che prevedevano fino al 31 dicembre il burden sharing (perdite estese ad azionisti e detentori di obbligazioni subordinate) e dal primo gennaio il bail-in che coinvolge, nelle eventuali perdite dovute a soluzioni liquidatorie tramite risoluzione, gli azionisti, i detentori di obbligazioni subordinate e senior, e poi via via i depositanti oltre i 100mila euro (prima quelli delle grandi imprese, poi delle Pmi e dei privati).

La Banca d’Italia ha risolto questi 11 casi di crisi in maniera diversa, adattandosi di volta in volta alla specificità della situazione. Sei istituti sono tornati in bonis e dunque in gestione ordinaria: chi attraverso una ricapitalizzazione da parte della casamadre (Cari Loreto), chi con cessione delle attività a un acquirente (Bcc Padovana con Bcc Roma e Popolare Etna con Igea finanziaria); l’istituto campano Bcc Flumeri ha acquistato il ramo di azienda buono della Bcc Irpinia,lasciando i crediti problematici dal fondo volontario del sistema cooperativo. Per Bcc Cascina e Credito Trevigiano, che sono state sempre in bonis ma sotto amministrazione straordinaria per motivi di irregolarità e non di finanza, non sono stati necessari interventi in soldoni: è stato rinominato il cda ed estirpate alla radice le fonti di attività non regolare. In dirittura d’arrivo con soluzioni già definite e chiavi in mano il Credito sportivo (unico ente bancario pubblico per il quale spetta al Tesoro la nomina del cda) e Bcc Brutia, con una chiusura della pratica che non comporterà perdite con coinvolgimento dei creditori, che siano sottoscrittori di bond subordinati, senior bond o depositanti, assicurano fonti bene informate di Via Nazionale.

Stefano De Polis, che dal 21 settembre 2015 ha assunto la titolarità dell'Unità di Risoluzione e gestione delle crisi e dal marzo 2015 è membro del Single Resolution Board, ha spiegato che «le 11 situazione in stato di crisi avanzata andavano risolte in tempi rapidi, entro il 2015 o la massimo all’inizio del 2016, e lo abbiamo fatto trovando soluzioni di sistema. Abbiamo lavorato per garantire la continuità dei servizi bancari e la piena tutela non solo dei depositanti ma, quando c’erano, dei detentori di obbligazioni subordinate».

Il sistema bancario ha dunque fatto squadra. In molti di questi casi, i crediti in sofferenza c’erano e la cessione aprezzo di mercato avrebbe fatto emergere buchi nel bilancio della banca. Il problema è stato risolto per il credito cooperativo attivando un fondo volontaristico di tutela dei depositi alimentato dalle stesse Bcc, che è tollerato dalla DG concorrenza e non fa scattare l’aiuto di Stato: è quanto è avvenuto nel caso di Cassa Rurale Folgaria (il fondo della cooperazione trentina), di Bcc Padovana, Bcc Irpinia. L’orientamento della Commissione europea, gli interventi dei sistemi di garanzia dei depositanti, effettuati con risorse delle banche aderenti, sono assimilabili ad aiuti di Stato quando costituiti in forma “obbligatoria”. L’aiuto di Stato, tra l’altro, scatta solo all’interno della nuova procedura europea di risoluzione e dunque solo nell’ambito del bail-in: previa imposizione di perdite a carico di azionisti e creditori tramite bond subordinati, senior e depositanti oltre i 100mila euro. In nessuno di questi 11 casi in amministrazione straordinarie si è arrivati a questo.

Nell’ambito dell’Unione bancaria, la vigilanza e la gestione delle crisi delle banche di grandi dimensioni e di rilevanza sistemica sono seguite e gestite dal Meccanismo di vigilanza unico e dal Meccanismo di risoluzione unico, in stretta collaborazione con le autorità nazionali. Per le banche di dimensioni “meno significative” e quindi per l’Italia le Bcc e le Popolari, la gestione delle crisi resta affidata alla autorità nazionali di risoluzione: tuttavia la Banca d’Italia è chiamata ad agire “nell’ambito degli orientamenti e delle linee guida stabiliti dal Comitato di risoluzione unico e a informarlo sulle modalità di soluzione delle crisi”. Il Comitato in teoria in questo ambito non ha poteri ma oltre ad essere informato e in casi eccezionali può esercitare poteri di sostituzione.

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isabella.bufacchi@ilsole24ore.com

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