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Paradisi fiscali, la GdF mette nel mirino 11,2 miliardi

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Paradisi fiscali, la GdF mette nel mirino 11,2 miliardi

Nell’anno che passerà alla cronaca fiscale come l’anno della voluntary disclosure, con 3,5 miliardi di euro incassati dallo Stato con i capitali fatti rientare in Italia, spiccano e non poco gli 11,2 miliardi di ricavi netti fatti “riemergere” dalla Guardia di Finanza nei primi 10 mesi del 2015. Una maggiore base imponibile riportata a tassazione che fa fare un salto in avanti di quasi il 30% ai risultati della lotta alle frodi fiscali internazionali rispetto allo stesso periodo del 2014.

Il processo verbale di constatazione per circa 230 milioni (100 milioni di base imponibile netta e 200 milioni di mancate ritenute e royaties) notificato a fine gennaio a uno dei giganti del web come Google, sono solo uno degli esempi concreti su dove e come è stata indirizzata negli ultimi tempi la lotta all’evasione. Oltre al trasferimento occulto di capitali all’estero, particolare attenzione è stata riservata all’esterovestizione delle persone fisiche e delle società nei paradisi fiscali. Non solo. Nel mirino anche particolari meccanismi finanziari, come possono essere i trust, spesso e volentieri utilizzati per trasferire imponibile fiscale in paesi a fiscalità privilegiata grazie soprattutto all’opacità dei sistemi che consento di celare all’amministrazione finanziaria capitali e patrimoni.

Complessivamente fino al 31 ottobre scorso le Fiamme Gialle hanno chiuso 1.017 interventi. Di questi oltre 660 sono indagini di polizia giudiziaria che hanno fatto emergere oltre a maggiori ricavi una lunga serie di reati. Le frodi fiscali, anche per il 2015, hanno rappresentato il vero obiettivo della Guardia di finanza. E l’aumento del 4% dei soggetti denunciati dalla Gdf, pari nel dettaglio a 10.893 soggetti, come ha fatto notare lo stesso Comandante generale Saverio Capolupo in un’audizione di metà dicembre scorso davanti alla Commissione di vigilanza della Anagrafe tributaria, mostra come sia «aumentata la capacità della Guardia di Finanza di incidere sui grandi fenomeni evasivi».

La caccia grossa agli evasori si concentra sempre sull’Iva in quanto, come attestano ancora una volta i risultati dei primi 10 mesi del 2015, aumenta del 17% l’Iva evasa connessa a frodi organizzate. Tradotto in euro si parla di 1,6 miliardi «pari al 42% di tutta l’evasione Iva scoperta dal Corpo nel 2015», ha ricordato Capolupo a senatori e deputati. Le principali frodi oggetto di controllo sono le più classiche frodi carosello. Nel complesso le indagini di polizia giudiziaria nel settore delle frodi Iva sono state 5.788 cui si devono aggiungere anche 6.015 investigazioni eseguite dalle Fiamme Gialle per le indebite compensazioni.

In attesa che da Viale XXI aprile si ufficializzi per fine mese il consuntivo 2015, spicca anche l’ammontare dei sequestri per equivalente rispetto alle imposte evase, che fino al 31 ottobre scorso si è attestato a 3,8 miliardi di euro, «il 50% in più dello scorso anno» e 1 miliardo già sequestrato. Non solo. Gli evasori totali stanati dai reparti sull’intero territorio sono 6.761, il 10% in più rispetto al 2014. Al dato sul contrasto alla cosiddetta economia sommersa si deve aggiungere anche la percentuale di adesione dei contribuenti ai rilievi avanzati dalla Guardia di Finanza. Per altro nel 50% dei casi in più rispetto sempre ai primi dieci mesi del 2014, imprese e cittadini sottoposti a controllo hanno aderito con l’adesione integrale ai verbali di constatazioni versando per altro le imposte dovute.

Nel contrasto all’evasione internazionale per il 2016 giocherà un ruolo importante anche l’analisi delle adesioni alla voluntary discosure. In questo senso sarà determinate lo scambio di informazioni con l’agenzia delle Entrate per il quale è stato ampliato il sistema unificato delle verifiche cosiddetto «Muv» da tempo utilizzato dalle Fiamme Gialle e dalle Entrate per scambiarsi dati e informazioni sugli interventi avviati e conclusi e soprattutto verificare i soggetti che hanno presentato l’istanza di accesso alla procedura di emersione dei capitali illegalmente portati all’Estero.