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Sala: più investimenti, meno «partecipate»

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Sala: più investimenti, meno «partecipate»

  • –Sara Monaci

Milano

Minore presenza pubblica nelle grandi partecipate e maggiori investimenti governativi per Milano. Oltre alla ricerca di fondi privati per i servizi pubblici e alla riqualificazione degli alloggi popolari. Il commissario Expo Giuseppe Sala, vincitore delle primarie del centrosinistra di Milano, elenca i punti programmatici per Milano, qualora vincesse le amministrative di giugno.

I punti che maggiormente lo hanno contraddistinto dagli altri candidati alle primarie - la vicesindaca Francesca Balzani, l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino e il direttore generale Uisp Antonio Iannetta - sono l’idea di ispirarsi a Manchester e la parziale privatizzazione della Sea, la holding degli aeroporti di Linate e Malpensa, controllata da Palazzo Marino. Sala ha sottolineato la volontà di chiedere per l’area metropolitana milanese una sorta di riconoscimento nazionale, in virtù della presenza di imprese e di investimenti internazionali, così da poter chiedere maggiori risorse al governo. L’ispirazione è quanto avviene già a Manchester. Il manager punta dunque a prolungare la fama che la città si è guadagnata durante l’Expo, evento che peraltro ha notevolmente accresciuto la sua visibilità politica personale, come dimostra la vittoria alle primarie.

Per quanto riguarda la Sea, Sala tocca un punto all’ordine del giorno da oltre un decennio, e sempre motivo di discussioni sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Non è solo un fatto ideologico, ma anche pratico: da un lato la Sea ha degli azionisti privati che vorrebbero salire in maggioranza per progetti di sviluppo e gestione autonoma; dall’altra la società garantisce al Comune fior di dividendi che ogni anno aiutano a sistemare il bilancio. Sala propone chiaramente di ridurre la partecipazione pubblica: non una vendita totale ma parziale, con la rinuncia alla logica del controllo. Quando era city manager durante l’amministrazione Moratti, Sala era a favore dell’organizzazione di una super holding di partecipate, cosa che probabilmente oggi, anche a fronte delle nuove leggi, non riproporrebbe allo stesso modo. Certo è che le partecipate rimangono il suo pallino. L’obiettivo è ridurre la mano pubblica dove possibile e mantenere il controllo solo in presenza di un servizio inequivocabilmente pubblico.

Sala ha parlato anche della “suggestione” di riaprire i Navigli, un progetto che doveva essere realizzato con l’Expo ma che poi, tra l’opposizione dei comitati ambientalisti e le inchieste della magistratura, è stato bloccato. Sala potrebbe riprovarci da sindaco, valutando la fattibilità di uno studio del Politecnico.

Tornando invece a questioni più immediate, Sala intende da subito rispondere all’emergenza casa. Tra i suoi punti più originali c’è la riqualificazione in soli 2 anni delle case sfitte del Comune. Non ci dovranno più essere, secondo lui, alloggi lasciati vuoti, tra i 2mila disponibili da sistemare e quei 700 lasciati liberi a rotazione ogni anno.

Poi nel suo programma parla anche di ricerca di risorse private per gli investimenti pubblici, per colmare i problemi finanziari degli enti locali, e una maggiore digitalizzazione dell’amministrazione.

Infine, ciò che non farebbe: non allargare l’Area C, cioè l’area a traffico limitato che oggi è circoscritta alla cerchia dei Bastioni, in base alla quale chi entra in auto nel centro deve pagare 5 euro. La giunta Pisapia invece 5 anni fa parlava di una possibile e graduale estensione.

Intanto ieri Sala ha rilasciato una dichiarazione in una lettera a Umberto Ambrosoli, presidente del suo comitato elettorale. «Tutti insieme dobbiamo arrivare al risultato finale, nel solco dell’amministrazione uscente che ha saputo operare con concretezza e serietà». Insomma, come dire che la stagione arancione non è finita. Punto su cui invece potrebbero esserci dei dubbi, visto che Sel non ha ancora sciolto la riserva di appoggiare il manager alle amministrative.

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