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l’industria dell’informazione

Contenuti video e ad-block: ecco le sfide per l’industria mondiale delle news

Ci saranno i video on line, le app per i cellulari e la distribuzione dei contenuti al centro dell'evoluzione del giornalismo prossimo venturo, che deve fare i conti anche con i dispositivi blocca-pubblicità. Ad azzardare queste ipotesi sull'evoluzione dell'industria mondiale dell'informazione è “Previsioni 2016 su giornalismo, media e tecnologia”, il primo degli otto rapporti previsti dal Progetto Digital News lanciato quest'anno dall'Istituto per gli studi sul giornalismo della Reuters con il supporto di Google. Il rapporto, pubblicato nei giorni scorsi, è stato curato da Nic Newman, padre del sito di news e poi di tutti gli altri siti della Bbc, che ha interpellato 130 “leader digitali”, cioè responsabili ai vertici dei maggior editori di giornali tradizionali e on line di 26 Paesi, tra cui l'Italia.

Video online e storytelling
Ebbene, dalle previsioni degli “addetti ai lavori” arrivano le conferme di alcune significative correnti che da tempo agitano le acque dell'editoria mondiale, alle prese con una rivoluzione epocale e rapida. «In un mondo sempre più afflitto dagli ad-blockers e dalla diffusione dei contenuti distribuiti, la principale preoccupazione delle organizzazioni giornalistiche per il 2016 è legata ai ricavi dell'editoria digitale – sintetizza Newman – Ma è chiaro che bisogna guardare anche al futuro, che sarà caratterizzato dalla crescita dei video on line, da uno storytelling sempre più coinvolgente e dalla realtà virtuale».

Si punta alla produzione di video virali
Per questo, per esempio, il 79% dei manager intervistati ammette che risponde alla fame di “video” generata da una rete sempre più veloce ed economica con crescenti investimenti proprio nelle video news on line, mentre il 76% degli intervistati sostiene che sarà sempre più importante l'utilizzo dei big data nelle newsroom. Insomma, la tendenza sarà a produrre video informazione sempre più coinvolgente e a trasmettere eventi in diretta on line, con gli editori che assolderanno bravi video makers per produrre video virali.
E poiché si stima che entro il 2020 l'80% della popolazione mondiale avrà uno smartphone, probabilmente pieghevole, impermeabile, con il touch in 3d e connesso a basso costo, il cellulare non può restar fuori dalle strategie dei produttori di news. Per questo, avverte il Rapporto, occorre prestare attenzione alla diffusione di nuovi strumenti, come il recentissimo “M”, l'assistente personale digitale lanciato da Facebook l'anno scorso, o l'M-commerce e i sistemi di pagamento per cellulari, o le tecnologie da “indossare”.

Sono gli ad-blockers il vero incubo dei produttori di news on line
Ma sono gli ad-blockers il vero incubo dei produttori di news on line, o almeno di quelli tra loro che basano la maggior parte del business sulla pubblicità on line: nel 22% dei casi essi si dicono più preoccupati rispetto all'anno scorso per i ricavi dal digitale, e nel 50% più o meno come l'anno scorso. Si stima che questi software siano utilizzati ormai dal 20% degli utenti per bloccare i banner sui siti e che presto entreranno anche negli smartphone. I grandi, come Google, Facebook e Apple, ne saranno forse immuni, ma la maggior parte dei contenuti ne soffrirà parecchio. Per questo la risposta potrebbe essere nei contenuti video, la cui pubblicità è più difficile da bloccare, o nella produzione di pubblicità di maggiore qualità. Ma soprattutto nella crescita dei ricavi da altre fonti, aiutata dai micro pagamenti, da innovativi metodi di abbonamento o di analisi delle esigenze del proprio pubblico.

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