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Sanremo, Stadio primi nella notte delle cover. Ricorsi e indagini sulla…

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TERZA SERATA

Sanremo, Stadio primi nella notte delle cover. Ricorsi e indagini sulla gara dei Giovani

Non stiamo parlando del podio: per quello bisognerà attendere stasera (Nuove proposte) e soprattutto domani (Campioni). Tuttavia il Sanremo «restauratore» di Carlo Conti trova il modo di salutare un vincitore anche di giovedì, con la serata dedicata a cover e duetti, trionfo dell'italica grandeur canzonettara: si tratta degli Stadio che furono la backing band di Lucio Dalla e hanno omaggiato la propria storia ri-eseguendo «La sera dei miracoli» con la formazione che la incise.

Dietro di loro Valerio Scanu, artefice di una improponibile «Io vivrò (senza te)» electro-kitsch, un Clementino quasi filologico con «Don Raffaè», una Noemi esplosiva nella reinterpretazione soul di «Dedicato» e un Rocco Hunt trascinatore dell'Ariston su «Tu vuò fa' l'americano». Quella di ieri è stata comunque anche la serata della reunion al gran completo dei Pooh e del pasticciaccio brutto del concorso per le Nuove proposte. Per capirci: alla finale di stasera ci andranno di sicuro Mahmood («Dimentica») e Francesco Gabbani («Amen»), ma a quest'ultimo nominativo ci si è arrivati a seguito di una seconda votazione della sala stampa. Il primo scrutinio aveva infatti sancito il passaggio del turno per Miele, ma molti giornalisti non erano riusciti a esprimere il proprio consenso per problemi tecnici. Ciò ha reso necessaria la ripetizione dell'operazione che ha completamente ribaltato il risultato. Finita qui? Macché: Miele ha chiesto la riammissione in finale, in deroga al regolamento. Vedremo un inedito scontro a cinque per il titolo? La direzione di Rai 1 deciderà questa mattina. Intanto in sala stampa si è affacciata la polizia postale per le verifiche di rito.

La reunion dei Pooh
Il fulcro della serata, animata dalle gag di Virginia Raffaele stavolta nei panni di Donatella Versace, è stato il live act dei Pooh che hanno festeggiato il proprio 50ennale sul palco dell'Ariston. Delirio pop a colpi di «Dammi solo un minuto», «Tanta voglia di lei», «Piccola Katy», «Noi due nel mondo e nell'anima», «Pensiero», «Chi fermerà la musica». Inevitabile la standing ovation. Prima della conclusione con «Uomini soli», la canzone che ha vinto Sanremo nel 1990, il racconto, come sempre a più voci, della carriera della più longeva band del pop italiano. «Ho accettato subito l'invito dei fratelli: con loro farò un viaggio fino al 31 dicembre di quest'anno», spiega Riccardo Fogli a Conti, facendo riferimento al tour che li vedrà in giro per il Paese. Il segreto della longevità della band lo spiega Roby Facchinetti: «Ogni anno dicevamo: che facciamo? E la risposta era semplice: andiamo avanti». E questo per mezzo secolo. Si è esibito invece intorno a mezzanotte e mezza Hozier, celebre cantautore irlandese che ha portato all'Ariston la hit «Take me to church». Sarebbe stato il caso di valorizzarlo meglio.

Elio e la «Quinta» di Beethoven
Che dire delle altre cover ascoltate ieri? S'è visto di tutto un po'. Dear Jack spassosi nella rilettura funky di «Un bacio a mezzanotte», Zero Assoluto poco originali con la cover acustica di «Goldrake», mentre Giovanni Caccamo e Deborah Iurato sciupano «Amore senza fine» che non è esattamente il pezzo più rappresentativo di Pino Daniele. Infelice auto-cover di Patty Pravo («Tutt'al più»), Alessio Bernabei si inventa una versione unplugged di «A mano a mano» e Dolcenera volgarizza in chiave techno pop «Amore disperato». Elio e le Storie Tese italianizzano l'arrangiamento disco music della Quinta di Beethoven di Walter Murphy con «Quinto ripensamento», una Arisa divertente nell'omaggio scanzonato e vintage a «Cuore» di Rita Pavone e una non troppo originale Francesca Michielin con «Il mio canto libero». Neffa si confronta in chiave ska con le sue origini campane in «'O Sarracino», mentre Irene Fornaciari confonde con «Se perdo anche te» e un teatrale Morgan offre una rivisitazione glam de «La lontananza» con i Bluvertigo. Lorenzo Fragola fin troppo convenzionale su «La donna cannone», Annalisa prova a graffiare ma senza incidere su l'«America» di Gianna Nannini, quindi l'esperimento napoletano di Enrico Ruggeri che ripercorre in chiave rock la via melodica di «'A canzuncella» degli Alunni del Sole. Stasera si torna al concorso per il podio.

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