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Banche popolari, Tar Lazio dichiara inammissibile ricorso consumatori

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Banche popolari, Tar Lazio dichiara inammissibile ricorso consumatori

La terza sezione del Tar del Lazio ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Adusbef e Federconsumatori che chiedeva di rinviare alla Consulta, in quanto incostituzionale, la riforma del governo che obbliga le banche popolari alla trasformazione in Spa entro fine anno. Lo si legge nel dispositivo della sentenza, anticipato dalla Reuters, pubblicato dal tribunale amministrativo, su richiesta delle parti, prima delle motivazioni che potrebbero arrivare tra alcuni mesi.

«Per le ragioni che saranno esposte in motivazione, il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza) dichiara inammissibile il ricorso in epigrafe quanto all'impugnazione proposta da Adusbef e da Federconsumatori; respinge il ricorso in epigrafe quanto all'impugnazione proposta dai ricorrenti in qualità di soci della Banca Popolare di Milano», afferma il dispositivo. Il dubbio di costituzionalità, secondo i ricorrenti, si basava sull'adozione da parte del governo dello strumento del decreto legge in mancanza dei presupposti di necessità e urgenza.

Si tratta della prima decisione emessa dal Tar nel merito riguardo ai tre ricorsi avanzati da associazioni di consumatori e da alcuni soci di banche popolari contro il regolamento della Banca d'Italia sulla riforma delle popolari voluta dal governo Renzi. Anche la Regione Lombardia si è rivolta alla Consulta - in questo caso in modo diretto, come previsto dalla Costituzione - con un ricorso contro il decreto dell'esecutivo sulle popolari e una prima udienza della Corte è in calendario per il 5 luglio.

Davanti al tribunale amministrativo laziale sono stati presentati tre ricorsi: quello di Adusbef e Federconsumatori dichiarato inammissibile oggi e quello di un gruppo di piccoli azionisti di banche popolari; e un terzo ricorso presentato da alcuni soci di Ubi e altre popolari capitanate da Piero Lonardi, che contesta in particolare il regolamento della Banca d'Italia che vieta la costituzione di una holding controllata da soci in forma cooperativa che detenga la maggioranza in banche Spa. Nell'ottobre scorso, il Tar aveva respinto la richiesta di sospensiva di quest'ultimo ricorso.

A circa un anno di distanza dalla riforma, solo Ubi Banca e Veneto Banca hanno approvato la trasformazione in Spa, mentre Pop Vicenza ha convocato l'assemblea sul nuovo statuto il prossimo 5 marzo. Le altre, pur facendo alcuni passi propedeutici al cambiamento e nominato gli adviser per studiare le opzioni strategiche conseguenti alla trasformazione, hanno indicato tra fine giugno e l'autunno i tempi per il passaggio in Spa.

Il governo Renzi spinge sulla necessità di aggregazioni tra i vari istituti ma al momento, dopo mesi di trattative andate a vuoto con altri pretendenti, le uniche due banche che sembrano incamminarsi verso un possibile “merger” sono Bpm e Banco Popolare.

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