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Perché l’Ocse ha tagliato le stime di crescita per l’Italia

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DIETRO LA REVISIONE

Perché l’Ocse ha tagliato le stime di crescita per l’Italia

  • –diGiuliana Licini

L'Ocse ha tagliato le stime di crescita dell'Italia per il 2016 per un effetto di “trascinamento” dal 2015 e per il calo della fiducia delle imprese. Lo spiega a Radiocor Mauro Pisu, l'economista che guida il desk Italia nella sede parigina all'Ocse. Prima di tutto - spiega Pisu - «le stime preliminari della crescita del Pil del quarto trimestre 2015 sono inferiori a quello che noi e molti altri economisti avevano previsto». Questo «ha un effetto di trascinamento sul 2016», ovvero incide negativamente. In secondo luogo, «la fiducia delle imprese si è indebolita negli ultimi mesi, anche se la fiducia delle famiglie ha continuato a salire». Tuttavia la minore fiducia delle imprese «potrebbe comportare un'ulteriore rinvio degli investimenti o riflettersi in una ripresa lenta degli investimenti nei prossimi trimestri, oltre a rallentare la crescita dell'occupazione». Nell'aggiornamento economico interinale, l'Ocse ha abbassato a +1% la stima del Pil italiano per il 2016, 0,4 punti percentuali in meno rispetto all'Outlook economico dello scorso novembre. Per il 2017 è stata invece confermata la previsione di +1,4 per cento. Nel 2015 l'economia italiana è cresciuta dello 0,6%, dopo avere segnato nel quarto trimestre un aumento del Pil dello 0,1%, inferiore alle attese. Nell'Outlook di novembre l'Ocse prevedeva una crescita dello 0,8% per il Pil della Penisola nel 2015. Nell'aggiornamento odierno, l'Ocse si è mostrata pessimista sull'intero scenario globale, con una quasi totale revisione al ribasso delle stime per le maggiori economie del globo.

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