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Tangenti, Rizzi chiede i domiciliari

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Tangenti, Rizzi chiede i domiciliari

milano

Nell’inchiesta sulle tangenti nella sanità lombarda sono partiti ieri gli interrogatori di garanzia davanti al gip. Ad essere ascoltati, in carcere, sono stati i tre protagonisti della vicenda, il consigliere leghista della Lombardia Fabio Rizzi, il suo collaboratore Mario Valentino Longo e l’imprenditrice Maria Paola Canegrati, sottoposti a regime di custodia cautelare con l’accusa di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta nell’aggiudicazione di appalti nel settore odontoiatrico. Tutti hanno rilasciato dichiarazioni e si sono difesi. Rizzi si è detto «sorpreso della ricostruzione» e chiederà un ulteriore colloquio con il procuratore di Monza. Il suo legale ha già depositato la richiesta di arresto ai domiciliari.

Longo sta invece preparando una memoria difensiva e il suo legale valuterà quando richiedere i domiciliari. L’intenzione è di preparare una contestazione puntuale e tecnica su appalti e denaro. Longo e Rizzi nell’inchiesta risultano legati da interessi e spartizione di mazzette, mentre i legali ricordano che sono anche amici da 25 anni.

Canegrati, intorno a cui, per gli inquirenti, ruoterebbe una galassia di imprese in grado di accaparrarsi gli appalti nel settore odontoiatrico attraverso amicizie e tangenti, ha detto di voler «fare chiarezza». L’avvocato ha chiesto i domiciliari.

Relativamente a quanto pubblicato ieri sul Sole 24 Ore, in cui si riportano gli atti dell’inchiesta della procura di Monza, Elisabetta Mombrini, responsabile degli approvvigionamenti dell’ospedale di Treviglio, precisa che l’appalto aperto è stato poi annullato: «Il 31/07/2007 l’azienda ospedaliera di Treviglio aveva indetto un bando per l’affidamento del servizio di assistenza specialistica di odontoiatria. Ma nel corso dell’espletamento della procedura, dopo pochi mesi, prima ancora che fossero pervenute offerte da parte dei concorrenti, l’ente nel mese di dicembre ha rivalutato la situazione ridefinendo la strategia aziendale, annullando così la procedura aperta». Ieri è stata anche depositata la mozione di sfiducia in Regione, firmata da Pd e Patto civico.

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