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Accordo Brexit, Renzi: «Bicchiere pieno per tre quarti». Cancellerie Ue concordi: «Compromesso equo»

Tra Londra e il resto d'Europa, meglio un'intesa che nessuna intesa. Per il premier Matteo Renzi, l'accordo tra Ue e Regno Unito è «un buon compromesso», ma per la tenuta dell'Ue e del suo progetto politico «la partita inizia adesso». Per «vincere la sfida della storia», ha spiegato ieri Renzi commentando a caldo la conclusione della maratona negoziale sulla Brexit, l'Europa «deve essere più dinamica, affascinante, innovativa e brillante», a partire dalla crisi dei migranti, dove «deve fare di più».

Premier soddisfatto: «Bicchiere pieno per tre quarti»
Al termine della due giorni di trattative e incontri, Renzi ha parlato soddisfatto di un «bicchiere pieno per tre quarti», mentre la prossima consultazione popolare inglese potrebbe costituire un tassello importante verso la “rifondazione” dell'Europa, cavallo di battaglia del presidente del Consiglio. «Nei prossimi tre-quattro mesi ci sarà una grande sfida e servirà una grande riflessione su cos'è l'Europa. Se non ripartiamo tutti assieme a favore di un'Europa innovativa affascinante e brillante, dinamica comunque perdiamo la sfida con la storia». Meglio «un Regno Unito che fa chiarezza rispetto alla continuazione - ha poi concluso Renzi - di un atteggiamento ondivago nei confronti dell'Europa».

Merkel: «Compromesso equo, nessuna concessione eccessiva»
E la definizione di «compromesso equo» è un po' il leitmotiv delle reazioni all'accordo su Brexit in tutte le cancellerie del Vecchio continente, compatte nel sottolineare le concessioni «non eccessive» al Regno Unito, e il ruolo centrale dei cittadini britannici nel benedire l'accordo nel prossimo referendum. La prima a sottolineare l’equità sostanziale dell’accordo di rinegoziazione dell'adesione della Gran Bretagna alla Ue è stata ieri la Cancelliera tedesca Angela Merkel, azionista di maggioranza del’Uuropa a 28. Pur sottolineando come raggiungere l’intesa per la Germania non sia stato affatto «semplice, in ogni aspetto», in conferenza stampa Merkel ha ribadito al convinzione di non aver «concesso troppo alla Gran Bretagna», ma di sostenere piuttosto «in pieno» la campagna del premier Cameron «per togliere la burocrazia ed accrescere la competitività europea».

Hollande: centrati obiettivi del negoziato
Positivo anche il commento del presidente Francese, Francois Hollande, secondo cui l'accordo «centra gli obiettivi» fissati evitando che «siano messi in causa i principi fondatori» dell'Europa, preservando i valori fondamentali, il mercato unico, la libera circolazione, i Trattati e l'eurozona in quanto «non deroga alle regole». Sebbene il testo non sia molto cambiato rispetto a quello inziale, ha spiegato al termine del negoziato, le trattative «sono state lunghe per eliminare le ambiguità». L'intesa, ha aggiunto, «è vero che dà un posto particolare alla Gran Bretagna, ma è anche vero che lo ha sempre avuto essendo fuori da Schengen, dall'euro e dalla Carta dei diritti fondamentali». Ora, ha concluso, «tocca ai cittadini britannici fare la loro parte».

Vertici Ue compatti: l’Uropa rafforzata da intesa con Londra
«È stato un negoziato complesso: dovevamo tenere insieme interessi diversi ed evitare che il caso britannico costituisse un precedente. Ma credo che se ora i cittadini britannici voteranno in maniera chiara per restare nell'Unione, risolvendo una relazione da sempre complessa, la Ue potrebbe uscirne rafforzata». A dirlo, in un'intervista al Corriere della Sera di oggi, è il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, sulla stessa linea degli altri leader delle istituzioni comunitarie. Come il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, che a caldo ha esaltato «il nuovo status speciale del Regno Unito», una soluzione «che le consentirà di contribuire allo sviluppo dell'Europa. Questo accordo non accresce le crepe ma costruisce ponti». Soddisfazione a denti stretti invece quella espressa dal presidente del Consiglio Ue, il polacco Donald Tusk: «Abbiamo inviato il segnale che siamo disposti a sacrificare parte dei nostri interessi per il bene comune».

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