Italia

Renzi ci mette la faccia. Con un occhio ai sondaggi

  • Abbonati
  • Accedi
Ddl crinnà

Renzi ci mette la faccia. Con un occhio ai sondaggi

I numeri al Senato sono quelli che sono, il Pd da solo non è autosufficiente, e non lo è perché nel 2013 Pier Luigi Bersani non ha vinto le elezioni. Parte da qui la considerazione di Matteo Renzi quando introducendo i lavori dell'assemblea nazionale Pd tocca il nervo scoperto, quello delle unioni civili. «Siamo 112 noi, 218 gli altri gruppi». Dunque le strade davanti al Pd, in vista della ripresa delle votazioni a Palazzo Madama mercoledì prossimo, sono solo due: «Siamo ad un bivio: o auspicare che il M5s non abbia la sindrome di Lucy e voti la legge o tentare un accordo di governo con un emendamento su cui sono pronto a mettere la fiducia. Deciderà il gruppo, e sono disponibile a partecipare all'assemblea del gruppo martedì».

Una svolta inattesa
Una svolta, quella del premier e segretario del Pd, che nessuno dei big del partito, neanche quelli a lui più vicini, immaginava ancora sabato sera. Perché presentare un emendamento del governo e metterci sopra la fiducia (e in questo caso, con un voto unico, decadrebbero tutti gli emendamenti in campo) significa riscrivere la legge eliminando la questione della stepchild adoption, come da tempo chiede Angelino Alfano e come vogliono i cattodem. Un passo indietro che si giustifica con l'impasse in Senato dopo il «voltafaccia» del Movimento 5 Stelle che la scorsa settimana, dopo aver dato assicurazioni al capogruppo del Pd Luigi Zanda, venti minuti prima del voto sul supercanguro a firma del renziano Andrea Marcucci che conteneva anche la stepchild adoption hanno annunciato il loro no.

Svanita la fiducia nel M5S
Un no “tecnico”, giustificato con l'avversione allo strumento del supercanguro, e non un no nel merito. Non a caso Luigi Di Maio, poco dopo le parole di Renzi all'assemblea, rilanciava intervistato da Lucia Annunziata su Rai 3: «Lancio un appello: sulle unioni noi ci siamo al 100% il Pd la vuole votare? Oppure vuole fare propaganda sulla pelle dei diritti dei cittadini?». Parole che alle orecchie di Palazzo Chigi e di Largo del Nazareno arrivano ormai come pure propaganda: nessuno si fida più dei grillini. Perché basta un messaggino di Roberto Casaleggio all'ultimo minuto per far saltare di nuovo il tavolo.

Il ruolo dei sondaggi
«Visto com'era la situazione, abbiamo deciso di fare l'accordo con Grillo e i Cinque stelle. Basta farci del male: non ci saremmo mai perdonati di non fare quel tentativo. Ma loro hanno l'obiettivo fare il male del Pd, noi abbiamo l'obiettivo di fare il bene dell'Italia. Il sindaco di Livorno ha detto che il Pd deve morire, noi che l'Italia deve vivere». In queste parole di Renzi c'è già la campagna elettorale per le amministrative: nessun merito ai grillini sulle unioni civili, che saranno approvate solo grazie alla responsabilità del Pd. Pazienza per il tema delle adozioni. E senza dubbio dietro la decisione di Renzi ci sono anche i sondaggi: da tutte le rilevazioni emerge infatti che gli italiani sono in maggioranza favorevoli ai diritti per le coppie omosessuali, ma in maggioranza sono contrari alle adozioni, sia pure nella forma limitata della stepchild (la possibilità di adottare il figlio naturale del partner all'interno della coppia gay).

Stepchild, sinistra interna contraria allo stralcio
Certo, restano ancora molte incognite. La prima è l'atteggiamento della sinistra del Pd e più in generale dei laici del partito, che non vogliono lo stralcio di fatto del tema adozioni. Da Speranza a Cuperlo al senatore Gotor, è un profluvio di dichiarazioni in tal senso. Ma in aiuto di Renzi arriva il soccorso di Aurelio Mancuso, attivista per i diritti LGBT e già presidente dell'arcigay, che lasciando il Parco dei Principi al termine dell'assemblea del Pd ammetteva che «è meglio una legge sui diritti senza la stepchild adoption che il rischio di affossare tutto». Sarà comunque l'assemblea del gruppo Pd in Senato a scegliere martedì sera. Da qui la prudenza del capogruppo Zanda: «Se l'assemblea fosse contraria?».

Possibile vittoria politica per Alfano
La seconda incognita riguarda i centristi di Alfano. Non solo le adozioni sono nel mirino del Ncd, ma anche altri punti della legge in cui si equiparano le unioni civili al matrimonio. Ma non c'è dubbio che la soluzione prospettata da Renzi sarebbe una sostanziale vittoria per Alfano, e questo dovrebbe ammorbidire le posizioni. Quel che è certo è che l'atteggiamento di neutralità da parte del governo non ha giovato al dibattito parlamentare, esasperando le contrapposizioni a partire proprio dal partito del premier. Ora Renzi e il governo ci mettono la faccia. Prendendosi il merito in caso di esito positivo. Ma mancano ancora tre giorni, e la prudenza in casa Pd è d'obbligo.

© Riproduzione riservata