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Nuove contestazioni a Panebianco

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Nuove contestazioni a Panebianco

Dopo il blitz di lunedì, i contestatori hanno fatto ieri il bis contro il professore Angelo Panebianco. Il collettivo Cua aveva interrotto l’altroieri la lezione del docente di Scienze politiche con striscioni e in sottofondo rumori di guerra. Ventiquattro ore dopo altri antagonisti si sono seduti in aula confondendosi tra gli studenti e all’inizio del corso, alle 9 di mattina, hanno contestato il professore, incalzandolo con domande provocatorie e insulti. Panebianco è stato costretto a sospendere la lezione e spostarla in un’altra aula più sicura.

La Procura di Bologna sta indagando sui fatti accaduti negli ultimi giorni con l’ipotesi di interruzione di pubblico servizio, ha spiegato il procuratore aggiunto Valter Giovannini. L’università intanto valuterà quali misure adottare per garantire la sicurezza del docente. Gli antagonisti hanno preso di mira il professore dell’ateneo bolognese per un articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 14 febbraio sulla questione libica. Per la sua opinione lo hanno attaccato definendolo un “assassino”. Ancora ieri altri studenti hanno impedito al professore di parlare per circa dieci minuti; si tratta di giovani vicini al collettivo Hobo, che per due volte nel 2014 aveva vandalizzato l’ufficio del docente arrivando a murare la porta d’ingresso. Per quei fatti furono denunciate cinque persone, ora in attesa delle udienze davanti al giudice.

Il professore ha preferito non aggiungere commenti con la stampa su quanto accaduto. Sono tanti i messaggi di solidarietà per il docente universitario arrivati dalla politica. Per l’ex premier Romano Prodi i fatti di questi due giorni sono «roba da matti, un’infamia». Anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha espresso «tutta la solidarietà possibile a Panebianco, così come la darei a tutti coloro a cui viene impedito di svolgere una regolare lezione».

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