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Sulla carta la maggioranza ha i numeri, ma il nodo politico è il voto…

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Sulla carta la maggioranza ha i numeri, ma il nodo politico è il voto di Ala

Sulla carta dal Pd sono convinti che la fiducia sull’emendamento del governo che riscrive il ddl Cirinnà potrà contare su 155-160 voti, tutti interni alla maggioranza. Un calcolo che regge se alla prova dell’urna, oltre ai dem riuniti grazie allo stralcio della stepchild indigesta ai cattolici, saranno altrettanto compatti anche i centristi di Angelino Alfano e la gran parte dei senatori delle Autonomie.

In caso contrario, entra in gioco la pattuglia dei 19 senatori verdiniani di Ala: se in Area popolare ci saranno defezioni di rilievo, potrebbero rivelarsi decisivi. Ma «il nodo a quel punto diventa tutto politico», fa notare il capogruppo di Ala, Lucio Barani: oggi i verdiniani voteranno “no” alla fiducia sul Milleproroghe, coerentemente con la loro formale collocazione all’opposizione. Ma sulle unioni civili la decisione sarà presa soltanto domattina quando è già stata convocata la riunione del gruppo. «Abbiamo due notti per riflettere - spiega Barani - ma è chiaro che sarebbe il nostro primo voto di fiducia al governo Renzi e che a questo punto non dipende solo da noi». Profilerebbe, ma questo Barani non lo dice, un ingresso in maggioranza, con tutto quel che ne consegue.

Se il “no” alla fiducia è scontato per la Lega, quasi tutto il Misto (Sel ha annunciato la sua contrarietà), Gal (con l’eccezione di due senatori) e Forza Italia, resta ancora da definire l’atteggiamento dei Cinque Stelle. Che dovranno decidere se uscire dall’Aula o votare “no”. Lasciando Renzi solo a intestarsi la paternità della legge.

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