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Unioni civili, c’è l’accordo nella maggioranza. Via…

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governo chiede fiducia su maxiemendamento

Unioni civili, c’è l’accordo nella maggioranza. Via adozioni e obbligo di fedeltà

L'orario di inizio delle dichiarazioni di voto è fissato alle 17.20, la prima chiama inizierà alle 19. Domani nell'Aula del Senato ci sarà la prima chiama sul voto di fiducia sul maxiemendamento del Governo al ddl unioni civili. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. In serata era stato raggiunto l’accordo nella maggioranza sull'emendamento del Governo alle unioni civili: «Habemus, l'emendamento è scritto molto bene, ora aspettiamo la bollinatura», ha cantato vittoria il senatore dem Andrea Marcucci al termine di un pomeriggio segnato da un lungo confronto con Ap che ha portato allo stralcio della stepchild adoption dal testo del ddl Cirinnà. Poco dopo il sigillo via Twitter del presidente del Consiglio che definisce l’accordo «un fatto storico per l'Italia. E' davvero #lavoltabuona». In prima serata in Aula la ministra ai Rapporti con il Parlamento Boschi aveva chiesto la fiducia sul maxiemendamento.

Fiducia e maxiemendamento senza adozioni
Dopo oltre 24 ore di trattativa la partita delle unioni civili è così arrivata al giro di boa con un accordo in maggioranza messo nero su bianco nel maxiemendamento sul quale, domani, il Senato voterà la fiducia. Trattativa lunga, difficile, ricca anche di colpi di scena quella che si sviluppa durante l'intera giornata al Senato. Palazzo Madama, nel pomeriggio, sembrava quasi la sede dell'Onu a Ginevra, teatro delle intese internazionali più delicati. Le riunioni si sono susseguite prima nel Pd, poi tra Pd e Autonomie e, infine, tra i Dem e i centristi. Protagonisti, il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e il ministro della Giustizia Andrea Orlando, tessitori - assieme al titolare degli Affari Regionali con delega alla Famiglia, il centrista Enrico Costa - della delicata rete per giungere a un testo che non crei, anche all'interno di ciascun gruppo, dissensi decisivi per il voto di fiducia. Alla trattativa, si arriva dopo che in mattinata il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, certificando i numerosi distinguo giunti ieri nella riunione dei gruppi Ap, precisa: «lo stralcio della stepchild non basta». Poi è il ministro dell'Interno Angelino Alfano, dopo un primo vertice di governo tra Pd e Ap, a smorzare i toni plaudendo lo stralcio e augurandosi si andare a votare. I nodi, nel pomeriggio, tuttavia restano, con i centristi che chiedono di tagliare qualsiasi ponte all'omologazione tra unioni e matrimonio (come l'obbligo di fedeltà) e di limitare 'hic et nunc' l'azione dei giudici sulla stepchild. E, dall'altra parte, il leader della minoranza Pd Roberto Speranza che giudica «inaccettabili altri cedimenti» mentre Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri, ironizza: c'è qualcuno in Ap che vuole il diritto alla scappatella? «Non ci credo». Poi le distanze si accorciano: un nuovo vertice di governo concretizza le ultime limature togliendo l'obbligo di fedeltà per le coppie gay ma non limitando la validità della giurisprudenza sulle adozioni, almeno fino a quando il Parlamento non varerà una nuova legge che, assicura Luigi Zanda, prenderà forma «entro la legislatura». «Siamo soddisfatti», rimarca Renato Schifani, capogruppo di un'Area Popolare che, sulla fiducia, non eviterà 3-4 voti in dissenso, a cominciare da quello di Maurizio Sacconi. Le opposizioni tuonano. «Renzi è il burattino di Alfano», attacca la capogruppo M5S al Senato Nunzia Catalfo mentre FI parla di ostruzionismo di maggioranza e Gaetano Quagliariello di «accordo truffa». Ma il dado è ormai tratto e il ddl verrà sostenuto dalla maggioranza di governo (più qualche verdiniano) e non da quella trasversale Pd-M5S-SI. Mentre il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, precisa come sulle unioni civili non ci sia alcun “conflitto” tra Italia e Vaticano ribadendo che il punto fondamentale è la non equiparazione tra unioni civili e matrimonio. Equiparazione che non ci sarà visto il chiaro riferimento nel maxiemendamento agli arti 2 e 3 della Costituzione e non a quelli sul matrimonio.

Cattodem: buon punto di equilibrio, Marrazzo (Gay Center) soddisfatto
«Il testo del maxiemendamento è chiuso, mancano solo le bollinature tecniche», aveva confermato la stessa ministra riferendosi all’accordo raggiunto con i centristi di governo, accordo salutato con soddisfazione anche dall’area cattodem. Per i senatori Rosa Maria Di Giorgi e Stefano Lepri«il testo del maxiemendamento definito dal Governo ci sembra un buon punto di equilibrio», quindi «voteremo convintamente la fiducia consapevoli di aver contribuito a realizzare una mediazione alta». Plaude al risultato anche il portavoce di Gay Center,Fabrizio Marrazzo, secondo cui Renzi «ha fatto quello che altri leader e presidenti del Consiglio non hanno mai fatto finora. Ha dimostrato di volere una legge per dare diritti alle coppie gay. Gli va dato atto».

Casini: Ap dimostra di esistere. Scotto (SI): Alfano conta sempre di più
Tra i centristi, esulta il presidente dela commissione Esteri di palazzo Madama, Pier Ferdinando Casini: «Capisco tutti i mal di pancia, ma sulla vicenda delle unioni civili Area popolare per la prima volta ha battuto un colpo dimostrando di esistere». Di segno opposto il commento a caldo via Twitter del capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana Arturo Scotto, che sottolinea il «dato inequivocabile» che deriva dal voto di fiducia sul ddl unioni civili: che «Alfano conta sempre di più. Golden share Governo detenuta da diversamente berlusconiani».

Confermata la giurisprudenza dei giudici su “figliastri” del partner
Viene poi fatta salva l'attività dei giudici ordinari in merito alle adozioni dei cosiddetti “figliastri” del partner e viene prevista la separazione `lampo´, da fare davanti all'ufficiale di stato civile. La riformulazione del comma 4 dell'articolo 3 recita infatti: «Resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozione dalle norme vigenti». In pratica, si prevede la non applicazione del ddl unioni civili alla legge sulle adozioni del 1983 ma, spiegano fonti parlamentari, di fatto viene fatta salva la giurisprudenza emersa finora sui casi di ricorsi inoltrati da coppie omosessuali.

Zanda: «Il telaio resta identico, nessuna modifica sostanziale»
Chiarendo i termini dell’accordo raggiunto con l’alleato di governo il capogruppo dei senatori dem Luigi Zanda ha spiegato che le adozioni «saranno inserite nella legge sulle adozioni a cui chiederemo di assegnare una corsia preferenziale in modo che sia approvata entro questa legislatura sia alla Camera che al Senato». «Il telaio del testo - ha sottolineato Zanda - resta identico, non ci sono modifiche sostanziali. È un traguardo importante, perchè questa materia tocca la sensibilità, la vita delle persone e la politica. La approviamo al senato dopo due anni e mezzo».

Le manifestazioni degli attivisti Lgtb al grido “Vergogna vergogna”
Nel pomeriggio, la girandola di riunioni della maggioranza a Palazzo madama per definire un testo condiviso per il maxiemendamento si accompagna alla crescente tensione all’eterno del Senato, soprattutto per le manifestazioni di protesta di militanti e attivisti per i diritti Lgbt che al grido di “vergogna vergogna” .

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