Italia

Roma: per ora nessuna azione offensiva

  • Abbonati
  • Accedi
(none)

Roma: per ora nessuna azione offensiva

Aumenta ogni giorno di più l’evidente contraddizione tra le posizioni del Governo italiano che spinge per una difficile soluzione politico-diplomatica in Libia e l’attività militare sempre più intensa dei nostri alleati nella coalizione anti Isis. Anche ieri i ministri della Difesa, Roberta Pinotti e degli Esteri, Paolo Gentiloni hanno confermato la linea prudente del nostro Paese contraria ad avventure militari al buio minimizzando l’uso della base siciliana di Sigonella per i droni armati dell'aviazione Usa.

L’Italia, ha spiegato alla Camera la responsabile della Difesa, è «parte attiva» per una stabilizzazione «sostenibile e duratura» della Libia, nel «pieno rispetto del diritto internazionale e delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu». Dopo le violenze avvenute nel Parlamento di Tobruk e la firma da parte di 101 parlamentari di un documento a favore dell’insediamento del nuovo Governo, lunedì si dovrebbe tenere una nuova votazione. Se anche questa chance dovesse fallire scatterebbe il piano B con la maggioranza dei 101 che adotterà il nuovo Governo e la comunità internazionale pronta ad aiutare le forze locali per l’ingresso del Governo a Tripoli.

La Pinotti ha voluto però rassicurare su un eventuale coinvolgimento militare del nostro Paese. L’operazione di bombardamento svolta la settimana scorsa dagli Stati uniti «non ha interessato l’Italia né logisticamente né per il sorvolo del territorio nazionale», ha chiarito la Pinotti ricordando che «la base di Sigonella è utilizzata dagli Stati uniti dagli anni ’50 e più recentemente, a seguito dell’attentato di Bengasi in cui ha perso la vita l’ambasciatore statunitense Chris Stevens, è stato richiesto un rafforzamento in loco di mezzi americani». L’impiego dei mezzi riguarda quindi solo «profili difensivi» e nel pieno rispetto di tale principio, «di volta in volta è discusso e autorizzato».

Dello stesso tenore le dichiarazioni del responsabile della Farnesina Gentiloni secondo il quale «l’Italia sta coordinando gli sforzi di pianificazione per rispondere alle richieste del nuovo governo libico, quando ci sarà, sul terreno della sicurezza; stiamo guidando questo processo, è un processo molto fragile ma la strada non è certamente in discesa». Il ministro degli Esteri ha invitato a tenere distinta la minaccia terroristica dalla soluzione della questione libica che non può arrivare da «improbabili spedizioni militari». La strada è lunga ma non dobbiamo scoraggiarci o cercare scorciatoie perché faremmo un errore». Anche per il ministro dell’Interno Angelino Alfano «è difficile immaginare un intervento militare in Libia ora che si può chiudere il negoziato su un governo unitario a Tripoli».

© RIPRODUZIONE RISERVATA