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«Fare insieme», a Roma le imprese riflettono su etica e impresa…

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il giubileo degli industriali

«Fare insieme», a Roma le imprese riflettono su etica e lavoro nella società globale

I valori più importanti della riforma del sistema di comunicazione vaticana «sono le risorse umane che non si licenziano. Si introduce un modello lavorativo diverso, ma non ci possono essere nemmeno nuove assunzioni». A dirlo è monsignor Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per le comunicazioni della Santa Sede, in occasione del convegno “Fare insieme: etica e impresa nella società connessa e globale” promosso oggi a Roma da Confindustria alla vigilia della storica udienza in Vaticano di Papa Francesco all’Associazione degli imprenditori (la prima in 106 anni di storia).

Riforma comunicazioni vaticane esempio del «fare insieme»
L'obiettivo della riforma «che ha come capitale 700 risorse umane e un budget di circa 70 milioni di euro l'anno - ha continuato Viganò nel corso del suo intervento al Centro congressi Augustinianum - è quello di rispondere sempre meglio alla visione della Chiesa, non si tratta solo di una nuova testata ma di un intero sistema comunicativo». Una riforma «non si può fare contro qualcuno ma è esercizio paziente e creativo del fare insieme, un processo in cui ciascuno abbia un ruolo», ha concluso Viganò.

Calcagno: imprenditori in posizione privilegiata per creare lavoro
«Gli industriali fanno impresa e sono dunque in una posizione privilegiata per generare ricchezza e creare lavoro», ha invece ricordato il Cardinale Domenico Calcagno presidente dell'Apsa, l'Amministrazione del patrimonio della Santa Sede apostolica. «In tempo di globalizzazione e davanti a una società che alza i muri e stende i fili spinati e che dà un'importanza primaria alle quotazioni di Borsa rispetto alla condizione di vita delle persone - ha proseguito rivolgendosi all’assemblea - abbiate il grande desiderio di seguire un cammino di speranza e di rinnovato impegno».

«Per generare qualcosa di bello necessario lo stile del fare insieme»
Secondo il presidente dell'Apsa, per generare qualcosa di nuovo e di bello nella società «è necessario uno stile preciso, è stato evocato anche dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: ovvero, lo stile del fare insieme e della cultura dell'inclusione». Quanto alla Chiesa, «essa come ricorda spesso il Papa non è un'impresa o una Ong. Ciò impone un continuo sforzo di ripensamento, in quanto non possiamo applicare le regole del massimo profitto ma dobbiamo e vogliamo tenere conto delle necessità umane, altrimenti cadremmo anche noi nella cultura dello scarto anzichè praticare la cultura della solidarietà».

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