roma
È un bilancio incentrato sul rigore e la prudenza, come è normale che sia un rendiconto approvato da una gestione commissariale, che quindi tende a non stravolgere le decisioni prese dalle precedenti amministrazioni né ad adottare misure che poi vincoleranno la futura giunta. Ieri il commissario prefettizio Francesco Paolo Tronca ha dato il via libera allo schema di bilancio di previsione 2016 del Comune di Roma: dopo il parere dei municipi il testo tornerà al commissario che darà il disco verde definitivo entro i primi di marzo. In totale si tratta di 9,344 miliardi di entrate finali che vanno a coprire una uguale cifra in termini di spesa. Una manovra che ha comunque dovuto operare nei vincoli del precedente piano di rientro 2014-2016 che prevedeva una contrazione della spesa corrente nel triennio di 440 milioni, che per l’anno in corso comportano la necessità di iscrivere a bilancio risparmi per 164 milioni. Non saranno comunque aumentate le tasse e cresceranno per oltre 500 milioni gli investimenti.
«Il nostro obiettivo era quello di approvare il bilancio a gennaio», spiega Lino Castaldi, dirigente generale della Ragioneria generale dello Stato che nella squadra dei subcommissari del prefetto Tronca ha assunto la delega al bilancio. «Ma poi – prosegue – ci siamo resi conto che senza una analisi condivisa con i dipartimenti e i municipi ci sarebbe stato il rischio di incorrere in riduzioni di spesa non sostenibili e quindi debiti fuori bilancio». Proprio sulla questione dei debiti fuori bilancio (come per esempio le richieste di pagamento di fornitori a seguito di spese per somma urgenza) il commissario, sottolinea Castaldi, «ha l’obiettivo di continuare nel loro doveroso riconoscimento, potendo giovarsi degli spazi di spesa di circa 184 milioni in termini di vincoli di finanza pubblica».
Il vincolo del piano di rientro ha portato il Campidoglio a non accendere nuovi mutui, motivo per cui il debito complessivo registrerà per l’anno in corso un lieve calo, passando da 1,2 miliardi del 2015 a 1,158 miliardi. «La legge permetterebbe al Comune di contrarre ancora mutui – spiega Castaldi – a patto che l’onere non superi il 10% delle entrate correnti. Gli interessi del Comune, 49 milioni l’anno, sono ampiamente al di sotto di questo tetto».
Per il resto, la spending review ha caratterizzato per necessità anche il rendiconto della gestione commissariale. Saranno risparmiati 45 milioni dalle utenze elettriche, idriche e telefoniche (è allo studio anche un progetto per risparmiare parte dei 7-8 milioni spesi ogni anno per le fontanelle pubbliche, i «nasoni»). Dall’efficientamento e dai risparmi ricavati dai contratti di servizio con le partecipate si conta di recuperare altri 41 milioni. In questo conto non rientra l’Ama (azienda di igiene urbana), le cui spese sono coperte dalla Tari (la tassa sui rifiuti, che diminuirà del 2%). Esclusa anche l’Atac, dove anzi il Comune ha dovuto stanziare 80 milioni in più per l’adeguamento delle spese di trasporto ai costi standard. Altri risparmi verranno dalle consulenze, che diminuiranno per 1,7 milioni (-23%), e dalle spese per missioni all’estero, che caleranno di un milioni. Come pure, a seguito dello scioglimento del consiglio comunale, verranno risparmiati 1,5 milioni per le indennità (il rovescio della medaglia saranno i 25 milioni stanziati in più per le spese elettorali dovute alle elezioni anticipate).
Un occhio di riguardo è stato riservato alla spesa per il sociale (+11 milioni a misure come l’assistenza ai disabili e agli anziani), alla cultura (la voce teatri riceverà 2,5 milioni in più, oltre a 1,5 milioni previsti come contributo alla ristrutturazione del Teatro Valle) e, soprattutto, agli investimenti. Ci saranno nuove risorse per 524 milioni, che faranno superare alla spesa complessiva per investimenti il miliardo di euro. Oltre 160 milioni andranno per la mobilità (dalla metro C alla riqualificazione stradale), altri 160 milioni serviranno per l’edilizia abitativa e 70 per quella scolastica. Infine, 87 milioni si inseriranno nel piano per il Giubileo, soprattutto sul fronte riqualificazione stradale e illuminazione.
Per i municipi verranno stanziati 6 milioni in più, suddivisi in base a indicatori di esigenza standardizzata di spesa (dalla presenza di strade a quella delle abitazioni). Inoltre le ex circoscrizioni potranno tenere i ricavi della lotta all’evasione effettuata sul territorio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA