Italia

Caso Regeni, Gentiloni: speriamo in una cooperazione più seria…

  • Abbonati
  • Accedi
LE INDAGINI

Caso Regeni, Gentiloni: speriamo in una cooperazione più seria dell’Egitto

Il minisro degli Esteri, Paolo Gentiloni (Ansa)
Il minisro degli Esteri, Paolo Gentiloni (Ansa)

«Sentiamo il dovere di scoprire la verità e di sapere chi sono i responsabili della morte di Giulio Regeni. Abbiamo chiesto al governo egiziano di cooperare. Speriamo che questa cooperazione finora limitata diventi più seria». Sono le parole del ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, intervenuto al Council on Foreign Relations di New York tornando sul caso del ricercatore italiano ucciso. Oggi il Cairo ha girato all’Italia parte del materiale investigativo richiesto dagli inquirenti inviati da Roma nel tentativo di dare concretezza alla collaborazione italo-egiziana nelle indagini per scoprire chi ha torturato a morte Regeni.

Sostenuta la tesi del terrorismo islamico
Il passo arriva dopo una serie di sollecitazioni e a distanza di un mese dal ritrovamento del corpo, nel giorno in cui l’Egitto ha ribadito attraverso la massima istanza, ovvero la presidenza della Repubblica, la propria tesi: il giovane ricercatore friuliano è stato martoriato da terroristi islamici che vogliono far deragliare la partnership strategica tra Italia ed Egitto per contribuire a una caduta del presidente Abdel Fattah Al Sisi. A essere stati trasmessi all’ambasciata italiana al Cairo, e quindi «immediatamente» anche al team di inquirenti , sono documenti «relativi a interrogatori di testimoni da parte delle autorità egiziane, al traffico telefonico del cellulare di Giulio Regeni e a una parziale sintesi degli elementi emersi dall’autopsia» egiziana, ha rivelato la Farnesina.

Materiale «parziale e incompleto»
Si tratta solo di alcuni dei materiali investigativi richiesti nelle scorse settimane dal governo italiano attraverso canali diplomatici: anche se il ministero valuta la trasmissione un «primo passo utile», secondo qualificate fonti italiane si tratta di materiale - in arabo - «parziale e incompleto», carente di molti elementi basilari, come ad esempio un elenco di quali delle testimonianze raccolte dagli inquirenti egiziani siano state consegnate. Ci sono i tabulati telefonici di Regeni, ma non sembrerebbero completi, una sintesi dell’autopsia (senza foto) e verbali di interrogatori di testimoni che apparirebbero non in grado di fornire elementi utili per le indagini. Tutto materiale cartaceo, mentre mancherebbero alcuni reperti ritenuti fondamentali come i filmati delle videocamere a circuito chiuso delle due stazioni della metropolitana che il giovane avrebbe dovuto utilizzare la sera del 25 gennaio per raggiungere l’amico Gennaro Gervasio nei pressi di piazza Tahir, nonché quelle dei negozi lungo il percorso dall'abitazione alla stazione della metro.

© Riproduzione riservata