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Dalla legalità ai trasporti (passando per Verdini): le priorità dei candidati per Roma

LaPresse
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Non solo legalità ed emergenza trasporti. Il fantasma di Denis Verdini e il suo appoggio ai candidati renziani a Roma e Milano agita le primarie del Centrosinistra . E le indiscrezioni stampa poi smentite dallo stesso Verdini, accendono finalmente un dibattito finora fiacco nei toni e debole nei contenuti. Oggi il secondo e ultimo confronto, in vista del voto di domenica sei marzo che sceglierà il candidato dem per il Campidoglio si è svolto a porte chiuse nella sede del Pd al Nazareno. I sei candidati alle primarie si sono incontrati per un confronto durato un’ora e mezza circa. Cinque le domande a cui rispondere in un minuto e mezzo e un appello finale per Roberto Giachetti, Gianfranco Mascia, Domenico Rossi, Roberto Morassut, Stefano Pedica e Chiara Ferraro. «Vorrei una campagna elettorale che si interessi non di Verdini ma di trasparenza e legalità», ha esordito Stefano Pedica, candidato dem (ex senatore Pd e Idv) rispondendo alla domanda sul tema. Mentre Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, deputato Pd sostenuto dal premier Renzi, ribadendo che «si tratta di una non notizia già smentita», ha aggiunto: «Io mi occuperei di cosa vorrà dire gestire questa città, dicendo anche dei no e facendo scelte impopolari per il bene di Roma. Questo interessa molto di più di cosa farà il signor Verdini di Firenze». «In questa coalizione di centrosinistra meglio Verdi che Verdini», ha ironizzato il portavoce del movimento ambientalista Gianfranco Mascia. Anche Domenico Rossi (Centro democratico) ha proseguito sul filo dell’ironia: «Allo stesso modo potrei dire meglio Rossi che Verdini, ma faccio appello alla serietà lanciando un segnale di coerenza, trasparenza e capacità organizzativa». Infine, Roberto Morassut ha spiegato: «Ho apprezzato il fatto che Matteo Orfini abbia chiarito il fatto che Verdini non fa parte della coalizione del centrosinistra e non può partecipare alle primarie. Poichè nella dichiarazione di Verdini si parlava di un possibile appoggio alla candidatura di Giachetti sia alle primarie sia dopo, con una lista civica, ho ritenuto opportuno sollevare questo tema».

Nel confronto si è parlato di legalità e trasparenza. Di migliorare i trasporti, la gestione e raccolta dei rifiuti. Riconsegnare alla città spazi culturali e opere incompiute. Dare una svolta alla città dopo gli scandali (da Mafia Capitale ad Affittopoli). La prima cosa da fare, una volta in Campidoglio, «è far pagare il giusto canone a chi ha rubato per gli affitti a prezzi ridicoli», ha assicurato Pedica, spiegando che «si recupererebbero così un miliardo e mezzo di euro». Secondo Rossi, bisogna «dare ai romani il senso della continuità al lavoro di trasparenza e legalità avviato dal prefetto Tronca, chiudendo definitivamente scandali come quello di Affittopoli». Per Giachetti «bisogna risolvere questioni semplici, che incasinano la vita dei cittadini. La prima cosa che conto di fare è quella di riuscire, nel giro di breve tempo, a ridare mezz'ora in più ai romani, non costringendoli a stare troppo tempo sui mezzi pubblici o in auto. E poi completare le opere irrealizzate che generano degrado e insicurezza, con una cura ordinaria della città grazie a un lavoro straordinario».

«Come prima misura dopo la mia elezione chiederò una seggiola per Orso, che pagherò a mie spese, per metterla accanto a me», ha scherzato Mascia, in compagnia dell'inseparabile orso di peluche. Ha poi aggiunto: «Lancerò un patto con i cittadini, perchè solo con la partecipazione dei cittadini si può migliorare la città puntando su una rivoluzione ecologista e sulla valorizzazione dei rifiuti non come costo ma come risorsa». Per Morassut, «la prima cosa da fare è restituire il Teatro Valle ai cittadini romani, perchè torni ad essere un luogo di cultura. Poi vengono la lotta al commercio abusivo, che costa a Roma milioni di euro l'anno, e al gioco d'azzardo che prolifera in periferia. Infine bisogna aprire un tavolo col Governo per abbassare le tasse perchè Roma rischia di diventare una grande città depressa». Obiettivo difficile ma cruciale per ridare ossigeno ai conti del Campidoglio, far ripartire investimenti ed economia nella Capitale gravata da una pressione fiscale altissima. Maurizio Ferraro, il padre di Chiara, la studentessa autistica di 25 anni, ha ribadito infine il senso della sua candidatura: «Portare una testimonianza della vita dei ragazzi con problemi mentali, che devono avere gli stessi diritti degli altri».

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