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Unesco, l’Italia candida la pizza a Patrimonio dell’Umanità

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l’iter si concluderà nel 2017

Unesco, l’Italia candida la pizza a Patrimonio dell’Umanità

La pizza, o meglio «l'arte dei pizzaiuoli napoletani», secondo il linguaggio un po' ingessato delle istituzioni, sarà l'unica candidatura avanzata dall'Italia nel 2016 per la Lista del Patrimonio Mondiale dell'umanità promossa dall'Organizzazione Onu per l'educazione, la scienza e la cultura, meglio nota come Unesco. Lo ha deciso, all'unanimità la Commissione nazionale italiana per l'Unesco su proposta del ministero dell'Agricoltura e il sostegno dei ministeri degli Esteri, dell'Università, dell'Ambiente, e dell'Economia.

Martina soddisfatto: «Pizza rappresenta Italia in tutto il mondo»
La scelta è caduta sulla nostra rinomata “Margherita” perché «rappresenta l'Italia in tutto il mondo», ha spiegato soddisfatto il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina: «Proseguiamo a valorizzare il made in Italy dopo il grande successo di Expo». Il dossier sulla candidatura sarà trasmesso alla sede centrale dell'Unesco a Parigi e inizierà un lungo e complesso inter di valutazione che si concluderà nel 2017 con il coinvolgimento di oltre 200 Paesi, «specialmente perché fino ad ora mai l'Unesco ha iscritto una tradizione connessa ad una produzione alimentare», ha chiarito il curatore della documentazione Pierluigi Petrillo.

Accelerazione per battere gli Usa
Nel documento che ufficializza la candidatura la Commissione designatrice sottolinea come «l'arte dei pizzaiuoli» abbia svolto «una funzione di riscatto sociale, elemento identitario di un popolo, non solo quello napoletano, ma quello dell'Italia». Insomma «è un marchio di italianità nel mondo». La candidatura punta anche ad evitare il rischio di vedersi anticipati dagli americani che nei giorni scorsi avevano annunciato l'intenzione di candidare la “pizza american-style”. La decisione conferma quanto la Commissione aveva già deliberato un anno fa ma che poi non aveva avuto seguito per motivi tecnici legati alle procedure Unesco. Non è stata invece ripresentata la candidatura della “Perdonanza Celestiniana dell'Aquila”.

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