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L’Italia contro il glifosato: no alla riconferma Ue…

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comitato permanente ue sui fitofarmaci

L’Italia contro il glifosato: no alla riconferma Ue dell’erbicida

Il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina e quello della Salute Beatrice Lorenzin annunciano l'orientamento contrario dei loro ministeri alla riconferma dell'uso della sostanza attiva glifosato (Glyphosate) in ambito europeo.

La questione verrà discussa dai Paesi membri questa settimana al comitato permanente sui fitofarmaci. Il glifosato è l’erbicida più diffuso al mondo, considerato «probabilmente cancerogeno» dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms (Iarc) «probabilmente non cancerogeno» dall'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Viene utilizzato largamente nelle coltivazioni di mais e soia nelle Americhe ma anche in Europa è molto diffuso. Uno dei prodotti che lo utilizza è l’erbicida Roundup della Monsanto.

La Francia finora era l'unico Paese ad aver chiaramente espresso il suo parere contrario all'ipotesi di proroga per 15 anni dell'autorizzazione Ue sull'uso dell'erbicida in Europa su cui discuteranno lunedì e martedì i rappresentanti dei 28 a Bruxelles. E ieri dalla Commissione europea è venuta una prima apertura, da parte del commissario alla Salute, Vytenis Andriukaitis, che ha proposto un compromesso, per «ridurre i tempi del prolungamento dell'autorizzazione a otto-dieci anni», invece che 15 anni. L’attuale autorizzazione scade in giugno.

Il governo italiano sta lavorando anche a un «Piano nazionale glifosato zero» a prescindere dagli esiti del confronto europeo dei prossimi giorni. Tre i pilastri del piano: implementazione della rete di monitoraggio dei residui di Glifosate su tutto il territorio nazionale, introduzione di limitazioni al suo impiego nell'ambito dei disciplinari che permettono l'adesione volontaria al sistema di qualità nazionale produzione integrata e definitiva eliminazione del Glifosate dai disciplinari di produzione integrata entro l'anno 2020.
Entro il 2020 l'Italia investirà oltre 2 miliardi di euro per misure agronomiche che abbassino sempre di più l'utilizzo della chimica nei nostri campi. Un indirizzo che i produttori italiani stanno seguendo già da tempo, come dimostrano i dati sul calo di utilizzo di pesticidi nell'ultimo decennio.

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