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Amministrative: le principali sfide da Roma a Trieste

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LE PARTITE DI GIUGNO

Amministrative: le principali sfide da Roma a Trieste

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Prima era venuto Beppe Sala. Ora con Roberto Giachetti, Valeria Valente e Roberto Cosolini si fa avanti dalle primarie la linea di marca renziana pronta a contendersi la guida delle principali città al voto tra qualche mese. Vinta la sfida dentro le mura dem la battaglia vera si sposta adesso sul terreno degli avversari “esterni”. Se nessun passo falso per la maggioranza del partito è arrivato infatti dai gazebo, nessuno si nasconde quanto rimanga nelle aspettative insidioso il momento del confronto con gli elettori a giugno.

Basti come segnale la tiepida risposta di affluenza registrata nella Capitale rispetto alla tornata precedente, dove i votanti si sono in pratica dimezzati. Nel caso del Campidoglio certo la frammentazione dei contendenti può giocare a favore del Pd. Alfio Marchini da sabato ha aperto ufficialmente la campagna elettorale e subito nel mirino è finito il suo diretto competitor sul lato del centrodestra, Guido Bertolaso. Alla prossima consultazione di piazza del 19 e 20 marzo annunciata da Forza Italia e alleati il nome da mandare in campo resta soltanto quello dell'ex numero uno della Protezione Civile. Si tratterà di un momento «popolare» nel quale annunciare il programma e niente altro come ha spiegato lo stesso Berlusconi. Nel frattempo Matteo Salvini continua a far sapere che Bertolaso non è il «suo» candidato, a riprova della sofferenza del Carroccio dove il passaggio che si considera determinante è l’opzione che verrà direttamente dai cittadini romani (improbabili per la verità i colpi di scena). Ancora, a sinistra, gli occhi sono puntati su cosa deciderà di fare Ignazio Marino, con la variabile non definita di Massimo Bray.

E poi c’è il nemico più temibile secondo i sondaggi, il M5S. In base ai comunque non esaltanti numeri delle primarie di ieri i vertici del Pd hanno attaccato i Cinque Stelle per i pochi consensi grazie ai quali sono arrivati a indicare Virginia Raggi. Ma la giovane avvocata partendo dalla periferia è già armi in pugno contro la malapolitica. Napoli si presenta forse la città più ostica per il partito del segretario-premier. Al netto dell’effetto novità incarnato da Valeria Valente, volto già noto a passate amministrazioni comunali ed ex pupilla dello sconfitto Antonio Bassolino (che comunque sembra disposto alla collaborazione), per favorito a Palazzo San Giacomo viene dato comunque il sindaco in carica Luigi de Magistris. Senza contare l’impatto (non prevedibile) sul risultato che potrà avere la performance di Gianni Lettieri, l’imprenditore che corre per il centrodestra dopo averci provato la scorsa volta, accompagnato sinora da lusinghiere rilevazioni. Sempre sul fronte renziano non ha meravigliato alla primarie di Trieste la vittoria del sindaco uscente Roberto Cosolini. Qui, come antagonista, i boatos locali danno per scontato il nome di Roberto Dipiazza, forte sull’asse Forza Italia-Lega Nord.

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