La Normale e la Scuola Sant'Anna di Pisa sono tra i primi 100 atenei migliori d'Europa. Le due accademie pisane, infatti, si piazzano rispettivamente al 50esimo e 90esimo posto del nuovo ranking delle 200 università top in Ue pubblicato oggi dalla rivista inglese Times Higher Education. Nella classifica, dominata dal tris inglese Oxford, Cambridge e Imperial College di Londra, si piazzano anche altri 19 atenei italiani. Un ottimo risultato secondo i rettori italiani, che tornano però a sottolineare l'inadeguatezza dei fondi assegnati alle università.
La classifica
Le altre italiane quotate nel nuovo ranking – frutto di un aggiornamento della classifica mondiale già diffusa nel 2015 –sono l'università di Trento (tra la posizione 100 e la 110), il Politecnico di Milano e Università di Bologna (tra la 110 e la 120), la Sapienza di Roma (tra la 120 e la 130), l'università di Padova e di Trieste (tra la 141 e la 150), l'università di Milano e di Torino (tra la 150 e la 160), la Federico II di Napoli e l'università di Pavia (tra la 160 e la 170), l'università di Firenze, di Milano Bicocca, di Verona (tra la 170 e la 180), il Politecnico di Torino (tra la 180 e la 190) e gli atenei di Modena e Reggio Emilia, Roma Tor Vergata, Roma 3 (tra la 190 e la 200). Livello della ricerca e della formazione, numero di docenti rispetto agli studenti, capacità di attivare il trasferimento tecnologico con la creazione di spin off, reputazione sui media. Sono questi alcuni degli indicatori “misurati” dal Times per stilare la sua classifica, considerata una delle più autorevoli e attendibili tra le tante pubblicate in Europa e nel mondo, alcune delle quali finite al centro di polemiche per il diverso peso attribuito agli indici di qualità.
Al di là del primato inglese (nella top 5, dopo l'Eth di Zurigo, c'è anche l'Ucl di Londra) spiccano le performance della Germania, che con 11 università nella top 50 (la più accreditata è la Lmu di Monaco, in decima posizione) è il secondo paese più rappresentato in classifica dopo la Gran Bretagna. Tra gli altri top performer c'è la Scandinavia, che piazza in classifica 11 università svedesi e 6 finlandesi, e la Danimarca con 6 atenei tra i migliori (la prima, al 33esimo posto, è quella di Copenhagen). La Russia ha soltanto cinque università nella top 200 e una nella top 100 (l'ateneo di stato Lomonosov di Mosca), mentre la Spagna entra in classifica con 5 università (la prima è Barcellona all'86esimo posto).
Il nodo fondi
“Siamo molto soddisfatti del posizionamento del nostro ateneo, ma resta il dispiacere del perdurare di un finanziamento del sistema universitario inadeguato al potenziale dei nostri ricercatori” Così il rettore della Scuola Sant'Anna di Pisa, Pierdomenico Perata, commenta la classifica del Times, spiegando che “ la presenza di Normale e Sant'Anna nella top 100 indica come il modello integrato di formazione e ricerca sia vincente e contribuisca al progresso del nostro Paese” e che “l'innovazione del sistema Paese beneficerebbe da un maggiore impegno finanziario a favore delle realtà di ricerca che dimostrano di essere competitive e in grado di valorizzare il merito”. Gli fa eco Mario Panizza, rettore di Roma Tre, tra i 19 atenei classificati tra i primi 200: “Nonostante le politiche riduttive – dice Panizza - continuiamo a investire sulla didattica e sulla ricerca accrescendo e non diminuendo le risorse dedicate e questo rating premia il nostro impegno”.
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