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Ricerca, Inguscio (Cnr): «È il trasferimento…

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prima uscita pubblica

Ricerca, Inguscio (Cnr): «È il trasferimento tecnologico la sfida più importante»

Un modello per il trasferimento industriale dei risultati della ricerca che non coinvolga solo ricercatori e imprenditori, ma anche giuristi , economisti ed esperti di start up. Un sistema della ricerca più libero, incentrato su un reclutamento dei ricercatori competitivo e meritocratico, che dia spazio ai giovani e alla loro creatività.

E una razionalizzazione nella gestione dei fondi, per indirizzare meglio le risorse. Sono i punti principali del «programma» del neo presidente del Cnr, Massimo Inguscio, fisico e accademico dei Lincei, che ha scelto proprio la sede della prestigiosa accademia a Via della Lungara per la sua prima uscita pubblica da numero uno del Consiglio nazionale delle ricerche, in attesa della prossima presentazione «ufficiale» del nuovo Cnr a Milano alla presenza del ministro Stefania Giannini. Una scelta non casuale quella dei Lincei, visto che l'Accademia «svolgerà un importante ruolo di consulenza per sostenere il Cnr nelle sue scelte strategiche» ha detto Inguscio nel corso dell'incontro al quale ha partecipato anche il presidente dei Lincei, Alberto Quadro Curzio.

Puntare su giovani e trasferimento tecnologico
«Sono fortunato a guidare il Cnr con il pieno supporto del ministro Giannini e del Governo, in un momento in cui si deve realizzare il decreto Madia sulla ricerca che deve essere libera» ha detto Inguscio riferendosi ai provvedimenti attuativi della riforma della Pa , che prevedono semplificazioni delle strutture e dell'organizzazione degli enti di ricerca. «L'attuazione della legge Madia va nella direzione di liberare la scienza dalla burocrazia - ha aggiunto - e spero quindi che la ricerca degli enti possa essere scorporata dal pubblico impiego». Il fulcro del nuovo sistema, secondo il presidente, dovrà essere «un reclutamento incentrato sul merito, che permetta a tutti di partecipare ai bandi». In questo modo «se riusciamo a immettere più giovani nella ricerca - ha aggiunto - tutto sarà più dinamico».

Ma «tra tutte le sfide quella più importante è quella del trasferimento industriale» ha sottolineato Inguscio, spiegando che «bisognerà occuparsi di come dalla ricerca si produce innovazione e quindi ricchezza per il paese». E su questo il fisico italiano ha le idee molto chiare: «Perchè il trasferimento industriale sia efficace e reale - ha detto - è necessario far lavorare insieme diversi partner: industriali e ricercatori, giuristi che sappiano di brevetti, metrologi per la standardizzazione e la certificazione dei prodotti, esperti nella creazione di start up ed economisti». Una filiera che metta insieme tutti gli attori capaci di «rendere la ricerca una ricchezza e non un costo» ha detto Inguscio, secondo il quale «fra Milano e Torino ci sono realtà universitarie e produttive forti per realizzare un modello del genere».

Le risorse
«Non si taglia nulla, ma le risorse nuove si investono laddove ci sono le priorità». Secondo il fisico «bisogna avere il coraggio di fare scelte precise, evitando che gli investimenti finiscano in mille rigagnoli» e «nel Cnr, che ha un'enorme quantità di centri di spesa, ci sono al momento importanti margini di razionalizzazione da cui trovare risorse utili». Il presidente ha poi ricordato che i fondi «qualitativamente più forti» per la ricerca arrivano dall'Europa e che «in questo primo scampolo di Horizon 2020 il Cnr si è già aggiudicato finanziamenti per 64 milioni di euro».

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